Giovani, belli e in fuga dal Nicaragua. Claire Denis porta il Covid tra i rivoluzionari sandinisti
Gran Prix du Jury (ex aequo con “Close”del belga Lukas Dhont) per “The Stars at Noon” nuovo film della regista francese Claire Denis. Alla base il libro dello statunitense Denis Johnson sul Nicaragua della rivoluzione sandinista. Qui però attualizzato al presente pandemico e incentrato sulla passionale storia d’amore tra una giornalista americana ed un enigmatico e affascinante uomo d’affari inglese, inseguito dalla Cia …
Strano spostamento temporale. Dal Nicaragua della rivoluzione sandinista di inizio anni 80, così come la racconta Denis Johnson nel suo romanzo dell’86, The Stars at Noon a quello di oggi. Reso ancora più attuale con espliciti riferimenti alla pandemia, con le mascherine e i test anti-Covid.
Claire Denis torna a Cannes in concorso – da qui era partita nell’88 con Chocolat – firmando un suo tutto particolare adattamento del testo dello scrittore statunitense che sembra avesse nel cuore da parecchi anni. Con The Stars at Noon sembra rifugiarsi in quei thriller esotici hollywoodiani tra golpe e politiche internazionali in cui la Cia fa la parte del leone, che tanto andavano negli anni ’80, genere Salvador o Un anno vissuto pericolosamente.
Apparentemente siamo da quelle parti. C’è una giovane giornalista americana, la bellissima Margaret Qualley, figlia di Andie MacDowell, altra icona degli anni Ottanta. Ben lungi dai soliti schemi della reporter. Lei beve rum dall’alba al tramonto, va a letto per denaro e anzi le sue realazioni con le fonti passano tutte da lì. Anche quelle col vecchio vice ministro e un rude militare che ha in “ostaggio” il suo passaporto.
Qualcosa ci lascia intuire che deve essere caduta sopra qualche vicenda che scotta. Al momento però cerca di vendere servizi sui paradisi per super ricchi durante la pandemia a un giornale di viaggi il cui direttore la “caccia” letteralmente via zoom. Senza soldi, senza documenti, pesantemente sbronza la vediamo peregrinare per la città – forse Managua – come una borderline.
Quando al bar dell’hotel per la stampa incontrerà un giovanotto inglese, anche lui bellissimo come lei (Joe Alwyn), uomo d’affari e di intrighi internazionali cominceranno per lei altri guai, internazionali ovviamente. Tra Cia, annessi e connessi come nei film citati.
Però scoppierà la passione. E che passione. La temperatura erotica si accende, le scene di sesso si moltiplicano e Claire Denis porta il film da un’altra parte. I corpi dei due giovani amanti diventano oggetto di formalismo e carnalità. La loro incendiaria love story si fa frontale e centrale in un contesto di spy sempre meno comprensibile attualizzato all’oggi. Con buona pace per un film che sembra essere arrivato fuori tempo massimo.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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