Il corpo del poeta nudo nell’obiettivo di Dino Pedriali. Fotografando Pasolini in un film (al RIFF)
Passato al RIFF “Dino’s Dark Room” di Corrado Rizzo, dedicato all’ultimo fotografo di Pasolini: Dino Pedriali che catturò immagini del poeta nudo nella sua torre medioevale di Chia poco prima della sua tragica morte nel 1975 all’Idroscalo di Ostia. Fotografo di Man Ray, Andy Warhol, Rudolf Nureyev, Alberto Moravia, Federico Fellini, Pedriali aveva realizzato questo servizio per il libro “Petrolio” ma poi non venne utilizzato. Scomparso da poco, nel 2021, a 71 anni il film gli rende omaggio …
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O luce, che non vedo più,
che prima eri stata in qualche
modo mia, ora mi illumini per
l’ultima volta. Sono tornato.
La vita finisce dove comincia.
(Edipo Re, lista dialoghi)
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La verità non sta in un
solo sogno, ma in molti sogni
(nei titoli di testa de Il fiore delle mille e una notte)
Il corpo di un grande poeta: materiale, muscolare. Un involucro esposto. Un corpo ancora in “forma”, atletico, prestante. Un corpo che “scalpita”, solo un po’ asciugato dall’età, che ora – assai lentamente però – vuole raggiungere nuovi luoghi da esplorare. Che con nuovi reportage vuol vedere cose nuove da raccontare. Un corpo poi che oramai non ha più paura; se mai ne ha avuta. Che accetta il ruolo di bastian contrario che la società gli ha assegnato… un corpo fatto segno di aggressioni verbali o fisiche… . Con giusto una venatura di tristezza che lo attraversa sempre, nello sguardo, colpevole in una società che comincia a dividere ogni persona tra ottimisti e pessimisti, i primi auspicabili, i secondi da evitare…
Un corpo che si mette “a nudo”; è “difforme”, come a disvelare una diversa, impossibile, inventata, bugiarda realtà. Il corpo nudo è soprattutto l’esclusione di ogni arzigogolato tranello narrativo. Quanto più possibile vicino alla realtà.
Ma come si può raccontare di un corpo, e solo di quello? Di un corpo immanente, impossibile da “abiurare” (vedi Trilogia ? Un corpo su cui è scritta (indelebilmente tatuata) tutta una vita.
Un corpo poi, giunto giusto a pochi giorni dalla morte che ne farà scempio, come fosse quello di un agnello che si debba sacrificare sull’altare di un qualche dio crudele? Certo: si può e si deve, specie nel caso di un intellettuale che non è stato mai solo un sociologo, un filosofo, un artista o solo un voyer della vita che ha visto scorrere, ma che si è sempre battuto con essa con idee, polemiche e qualche volta addirittura proprio coi pugni…
La vita di Pasolini è sempre un racconto per immagini; dalla poesia, al romanzo, al cinema ed alla fotografia, in ogni “mezzo” utilizzato, sempre c’è un tappeto di immagini che precede, da cui scaturisce ogni cosa. Sorprendente per un grande del pensiero del ‘900 (il più grande?). Merito a Roberto Longhi suo professore di storia dell’arte universitario, ma anche, certo, alla propria passione per la pittura, per le proiezioni visive…
Dino’s Dark Room, il film di Corrado Rizzo mette con cura al centro di questo racconto (già scritto) il fotografo Dino Pedriali, l’ultimo fotografo di Pier Paolo Pasolini, che raffigurò il poeta nudo nella sua torre medioevale di Chia poco prima della sua tragica morte nel 1975 all’Idroscalo di Ostia.
Un servizio fotografico pensato per il libro Petrolio ma che poi non venne utilizzato.
Nel film Pietro De Silva interpreta Pedriali, mentre il regista Corrado Rizzo riassume tutta la carriera artistica di Pedriali tramite interviste a persone a lui vicine.
Tra i “testimoni” in Dino’s Dark Room Neil Printz, curatore del catalogo ragionato di Andy Warhol della New York University, il critico d’arte Achille Bonito Oliva, Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna, il regista Giovanni Soldati, e Raffaele Curi che lo ha conosciuto e frequentato nel corso del tempo.
Ne esce fuori il ritratto di un giovanissimo, allora, e valente fotografo; un “predestinato” la cui arte va raccontata a prescindere dalle foto di Pasolini a Chia. Pedriali ha infatti fotografato personaggi come Man Ray, Andy Warhol, Rudolf Nureyev, Alberto Moravia, Federico Fellini e altri, affermando il suo stile ed essendo stato definito il “Caravaggio della fotografia”.
Dino Pedriali, cui questo film tributa un doveroso omaggio, è scomparso da poco, nel 2021, a 71 anni.
Enzo Lavagnini
Regista, sceneggiatore, produttore e critico cinematografico. Suoi i documentari: "Un uomo fioriva" su Pasolini e "Film/Intervista a Paolo Volponi". Ha collaborato con Istituto Luce, Rai Cultura e Premio Libero Bizzarri. Tra i suoi libri, "Il giovane Fellini" , "La prima Roma di Pasolini". Attualmente dirige l'Archivio Pasolini di Ciampino