La crociata contro i vecchi del politico rampante. Il film argentino che parla di noi
In sala dal 28 giugno (per Hub For Arts), “La guerra del maiale”, opera prima di David Maria Putorti dal celebre romanzo dell’argentino Adolfo Bioy Casares del ’63, amico e collaboratore di Jorge Luis Borges. Un romanzo di grande attualità che racconta la guerra generazionale scatenata da un giovane politico populista e senza scrupoli. Dello stesso scrittore è anche “L’invenzione di Morel” portata al cinema più volte, pure dal nostro Emidio Greco …
Un romanzo profético sul populismo che si sviluppa ai nostri giorni in tutta Europa, fatto di odio e intolleranza nei confronti del diverso, di colore, razza, sesso o età, frutto dell’immaginazione di uno scrittore argentino nel lontano 1963, si rende ora di straordinaria attualità grazie a una coproduzione italo-argentina, da oggi sui nostri schermi.
È La guerra del maiale, opera prima dell’aiuto regista argentino, David Maria Putorti, girato a Buenos Aires nel 2012 e distribuito solo oggi in Italia da Hub For Arts. Mentre il romanzo, Diario de la guerra del cerdo, è stato scritto nel ’63 da uno dei grandi letterati latinoamericani del secolo scorso, Adolfo Bioy Casares, amico e collaboratore di Jorge Luis Borges, tradotto da noi in ben tre differenti edizioni: nel 1971, nel 1997 e nel 2007, sempre col titolo Diario della guerra al maiale.
I “maiali” in questo caso sono i vecchi che improvvisamente, nel mezzo di una lotta senza quartiere durante una campagna elettorale segnata dall’odio e l’intolleranza, sono perseguitati, colpiti e anche ammazzati da bande di giovani, aizzati da un giovane politicante alla caccia del voto facile della popolazione più colpita dalla crisi economica.
Adattato dallo stesso Putorti in base a una vecchia sceneggiatura del grande Rafael Azcona, fedelissimo collaboratore di Marco Ferreri, morto nel 2008, e rimasticata da Pietro Piovani, il film è interpretato da Victor Laplace, uno dei visi più noti del cinema argentino, circondato da comprimari di sicura efficacia come Arturo Goetz, Ricardo Merkin y Roberto Castro.
Non è la prima volta che il bel romanzo di Bioy Casares è portato sul grande schermo. Era già accaduto nel 1975 diretto da Leopoldo Torre Nilsson, versione in cui, curiosamente, Victor Laplace aveva il ruolo del figlio del protagonista. In entrambi i casi, però, i film non sono stati all’altezza del soggetto letterario.
E non è che gli altri libri dello scrittore argentino abbiano avuto miglior fortuna al cinema. Nel mezzo di infiniti adattamenti di racconti, romanzi e sceneggiature originali per il grande e il piccolo schermo, solo un paio di titoli sono riusciti nell’arduo compito.
Solo il primo adattamento cinematografico, El crimen de Oribe diretto nel 1950 da Leopoldo Torres Rios e da suo figlio, quel Leopoldo Torre Nilsson che poi firmerà la prima versione de La guerra del maiale, e ispirato al racconto breve El perjurio de la nieve (Lo spergiuro della neve), rende giustizia all’originale immaginazione di Bioy Casares, raccontando la storia di un padre che procrastina la morte della figlia, rivivendo ogni momento la giornata precedente al dramma, finché l’irruzione di un evento inaspettato (la visita di due importuni attratti dalla continua celebrazione del Natale) distrugge l’incantesimo.
Nelle due versioni di L’invenzione di Morel, il romanzo più noto dell’autore, scritto nel 1950, quella del francese Claude-Jean Bonnardot del 1967 o quella del nostro Emidio Greco del 1974, i due registi sono riusciti a ricreare la magia sublime di una storia di amou fou di un evaso che, arrivato in un’isola deserta scopre un apparecchio che preserva per l’eternità le immagini di un gruppo di villeggianti e accetta la morte per poter vivere per sempre accanto alla donna amata.
Eppure, quello che più si è avvicinato allo stile e all’immaginazione di Bioy Casares è un film che non ha mai riconosciuto la
paternità e, anzi, è basato sulla sceneggiatura originale di uno dei maestri del “nouveau roman” francese degli anni ’60, quell’ Alain Robbe-Grillet che nell’atmosfera rarefatta di una villa di campagna della Mitteleuropa ha dato l’opportunità ad Alain Resnais di creare una delle opere più originali e affascinanti della storia del cinema, L’anno scorso a Marienbad, che è veramente la miglior versione possibile di L’invenzione di Morel.
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