“La fattoria dei nostri sogni”: la nuova conquista del West riparando i danni della nostra civiltà

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, mercoledì 22 aprile, on demand su CG Entertainment, Chili e le maggiori piattaforme streaming, “La fattoria dei nostri sogni” video-diario di John e Molly Chester, coppia californiana che ha trasformato 200 acri di terra arida e sfruttata in un angolo di paradiso, grazie alle coltivazioni biologiche e seguendo gli insegnamenti della biodiversità. Una nuova conquista del West in versione 2.0 riparando un bel po’ di danni della nostra civiltà. Da vedere e già portato in sala da Teodora …

Negli Stati Uniti è uscito nel maggio scorso in 5 copie e dopo poche settimane grazie al tam tam di chi l’aveva visto e alle buone critiche ce n’erano in circolazione 285.

Un bel successo che (si aprono scommesse) potrebbe ripetersi anche da noi. Parliamo del documentario Little biggest farm, in italiano, La fattoria dei nostri sogni, il video diario girato in otto anni che racconta la vera storia della fattoria che ha trasformato 200 acri di terra arida e sfruttata in un angolo di paradiso, grazie alle coltivazioni biologiche e seguendo gli insegnamenti della biodiversità.

È anche la storia di una normale coppia californiana, John e Molly Chester, che inseguendo il sogno di tornare a vivere più a contatto con la natura, ispirati dal loro cane, si calano nei panni di due eroi dei nostri giorni, attingendo a piene mani al mito della conquista del West versione 2.0. Solo che loro nelle terre selvagge dell’Ovest si propongono di riparare un po’ di danni della nostra civiltà. Una storia di successo, una storia molto americana, un modo di raccontare che mischia epica, tecnica, animazione, militanza e passione.

Lui è un documentarista e si vede: nel film di tanto in tanto la telecamera riesce trasformare dettagli minimi in un mondo a parte, lei ha un blog di cucina vegetariana. Nel documentario ci mostrano proprio tutto: dai filmini del matrimonio ai conti che non tornano per realizzare il sogno di una fattoria biologica, il crowdfunding tra gli amici, la paura di sbagliare, la strana coppia fatta di un gallo con la scrofa, le cavallette, le talpe e i coyote.

E trovano anche il modo per raccontarci la morte dell’amico, esperto di biodiversità che li ha aiutati nell’impresa. Pronti a sporcarsi le mani (in senso letterale, come quando toccano la terra resa fertile grazie a montagne di lombrichi) ce la mettono tutta per realizzare il sogno di dar vita a una grande fattoria tradizionale in un’area dove la coltivazione intensiva ha reso l’agricoltura più inquinante di una fabbrica di veleni.

La parte più inquietante è quando mostrano i ruderi di un enorme allevamento di polli, che si trovava vicino alla loro proprietà.
Oggi Apricot lane si estende per 200 acri, ospita 850 animali e 75 varietà di coltivazioni biodinamiche, è una realtà solida e un bel posto da visitare. Distribuito da Teodora La fattoria dei nostri sogni è nelle sale in questi giorni.