La scomparsa di Maggie Smith. Leggendaria attrice britannica da Laurence Olivier a Harry Potter
Due premi Oscar e una carriera leggendaria tra teatro e cinema. Addio a Maggie Smith, attrice iconica, protagonista d’interpretazioni memorabili in più di 70 anni sulle scene, morta il 27 settembre in un ospedale di Londra.
Una carriera iniziata negli anni ’50 sul palcoscenico inglese dell’Oxford Playhouse Theatre come interprete shakespeariana, sino agli esordi cinematografici al tramonto di quel decennio, al temporaneo trasferimento negli Usa negli anni ’60 e ai primi grandi successi dei ’70.
Ha recitato fino ad un anno fa Maggie Smith, sul set di The Miracle Club, di Thaddeus O’Sullivan. E la sua fama non si esaurisce certo nella pur enorme popolarità globale assicuratale in età matura, negli anni 2000, sia dalla saga cinematografica di Harry Potter (dove fu l’unica attrice ad essere personalmente richiesta dall’autrice JK Rowling, per la parte di Minerva McGranitt, e in cui recitò a dispetto di un tumore al seno poi superato), sia dalla serie televisiva cult Downton Abbey (nelle vesti di Violet Crawley, inflessibile contessa madre di Grantham).
Come dimostra un palmarès d’eccezione in cui spiccano non solo i due premi Oscar ricevuti nel 1970 come migliore attrice protagonista per La strana voglia di Jean di Ronald Neame (nei panni dell’anticonformista professoressa Jean Brodie) e come non protagonista accanto a Michael Caine in California Suite di Herbert Ross (1979); ma pure altre quattro nomination dell’Academy hollywoodiana, tre Golden Globe, cinque premi BAFTA britannici, cinque Screen Actors Guild Awards, quattro Emmy, un Tony Award e tutta una serie di candidature sparse lungo i decenni.
Il segno di un riconoscimento a tutto tondo del suo talento, e di una personalità tanto marcatamente inglese quanto universale, che già nel 1963 – anno in cui il grande Laurence Olivier le offrì la parte di Desdemona accanto al suo trionfale Otello – le aveva permesso “quasi di rubare la scena” a Richard Burton e Liz Taylor – nella parole della critica – comparendo da coprotagonista nel suo primo vero film di successo al cinema, International Hotel di Anthony Asquith.
Il tutto passando attraverso esperienze e generi di ogni tipo, da Camera con vista di James Ivory (1985) dall’omonimo romanzo di E. M. Forster, a Gosford Park di Robert Altman (2001, ultima sua nomination all’Oscar); da In viaggio con la zia, di George Cukor (1972) a Il giardino segreto e Washington Square di Agnieszka Holland.
Senza dimenticare i ruoli nei kolossal Assassinio sul Nilo, tratto da Agatha Christie, del 1978, o Capitan Uncino, di Steven Spieberg, del 1991, entrambi con cast stellari; o ancora le partecipazioni nei due Sister Act, la reunion in Ladies in Lavender con l’amica e coetanea Judi Dench, altra grandiosa dama del cinema e del teatro d’oltre Manica.
Senza dimenticare l’incontro con Franco Zeffirelli: dapprima in teatro a Londra, poi sul set cinematografico di Un the con Mussolini del 1999.
Nata a a Ilford, nell’Essex, il 28 dicembre 1934, Maggie Smith si è sposata due volte: la prima nel 1967 con l’attore Robert Stephens, dal quale ha avuto entrambi i suoi figli e da da cui divorziò nel 1975 dopo un matrimonio segnato da infedeltà e alcolismo; la seconda col drammaturgo Beverley Cross, morto nel 1998.
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