“Sisterhood” la forza delle donne che fanno canestro. Arriva su RaiPlay

Disponibile su RaiPlay “Sisterhood”, documentario d’esordio di Domiziana De Fulvio, diventato un vero e proprio caso cinematografico. Storie di sorellanze ai tre angoli del pianeta – Roma, New York e Beirut – raccontate attraverso il basket, quello di strada giocato da tre squadre femminili. La forza e il coraggio delle donne contro pregiudizi e stereotipi di genere, in un film che della forza e del coraggio delle donne è un esempio emozionante. Con un brano creato ad hoc dalla rapper londinese Oracy …

 

È potente quel piano sequenza d’apertura sullo skyline di New York scrutato attraverso il ponte di Brooklyn. Potente è il racconto di Rola, adolescente palestinese del campo di Shatila nella Beirut oggi più in fiamme che mai, che parla di libertà a proposito della scelta di portare il velo. Come potente è Laura con la sua storia di spazi occupati e femminismo, nella Roma della disgregazione sociale e culturale di questo squarcio d’inizio Millennio. E ancora Mo, addetta alla sicurezza nei cantieri di New York, con quei suoi occhi profondi, il quotidiano nella Harlem dei neri e, quella sua voce roca e potente che ci svela a sua volta la potenza di una parola che tutte queste storie tiene insieme: sorellanza.

Questo è il cuore come rivela il titolo, Sisterhood (sorellanza in inglese), del documentario di Domiziana De Fulvio, romana trentacinquenne (in precedenza tanti set come producer, festival come programmer e col premio Bookciak,Azione! dalla prima ora) qui al suo felice e sorprendente esordio da regista.

Il basket, quello non professionistico giocato dalle tre squadre femminili di Beirut, Roma e New York di cui seguiamo le protagoniste, è lo spunto. Prima ci sono il racconto della potenza, della forza e del coraggio delle donne. Lo stesso coraggio del resto che ha spinto Domiziana, appassionata giocatrice di basket nella romana “Le bulle”, ad intraprendere questa avventura (in origine completamente autoprodotta e poi affiancata da Alfa Multimedia di Silvia Innocenzi) attraverso i tre angoli del pianeta. Nel racconto di queste tre squadre di basket femminile che, nei campetti di strada dove sono nate, rivendicano ad ogni scesa in campo il loro spazio di libertà, il loro impegno quotidiano contro pregiudizi e stereotipi di genere che, ancora oggi, tra l’altro, vedono il basket declinato prevalentemente al maschile.

Anche se appartengono a mondi lontani anni luce tra loro, Rola, Laura e Mo la sorellanza la vivono dentro e fuori il campo. A Beirut tra le ragazze della “Real Palestine Youth F.C.” ci sono le palestinesi, nate e cresciute tra i rifugiati di Shatila, in squadra con le libanesi che vivono in città e insieme condividono timori e speranze per il futuro (il diritto al ritorno in Palestina, soprattutto). A New York le “Ladies Who Hoop”, luminoso esempio di melting pot interclassista al femminile, per il fututo delle bambine, le più a rischio nei contesti sociali degradati della Grande Mela, hanno creato una squadra ad hoc e gratuita per guardare lontano. Mentre a Roma, “Le bulle”, formazione nata spontaneamente all’interno di uno spazio occupato della Capitale, stanno riscrivendo le regole del basket in chiave femminista, eliminando i ruoli in campo (a parte quello della capitana) e persino il dogma della competizione.

A completare Sisterhood ci sono anche una bella idea di cinema, una bella fotografia (Nicolò Biarese), la colonna sonora azzeccatissima di un acclamato autore come Valerio Vigliar, il brano di chiusura, Sisterhood, creato ad hoc dalla rapper londinese Oracy e, ancora, almeno un paio di promesse: che la forza delle donne possa cambiare almeno il cinema (se non il mondo). E che Domiziana De Fulvio di questo cinema del cambiamento ne diventi una delle tante, tantissime protagoniste.