Le donne libere sono sempre un bersaglio. La storia di Jagna nella Polonia de “La nostra terra” in sala
In sala solo il 2, 3 e 4 dicembre (per Wanted) “La nostra terra” adattamento di un classico della letteratura polacca (“I contadini” di Wlasyslaw Stanislaw Reymont) e Premio Nobel nel 1924. Lo firmano Dorota Kobiela Welkman e il marito Hug Welkman mettendo in scena, attraverso una complessa tecnica di pittura e animazione, la storia di Jagna, la bella contadina polacca che diventa bersaglio dell’intero paese per la sua indipendenza. Presentato all’ultimo CiakPolska Film Festival di Roma, dopo l’anteprima al Toronto International Film Festival …
Dopo Vincent Van Gogh raccontato attraverso i suoi quadri magicamente animati di Loving Vincent, (42 milioni di dollari al botteghino) arriva Jagna la bellissima contadina polacca che ci porta tra le danze, gli abiti, e le acconciature fiabesche dell’Europa dell’Est del XIX secolo. Il film La nostra terra si muove tra lo scintillio di un cartone natalizio e una trama nera fitta di sesso e violenza.
La scuola d’animazione polacca, così come quella dell’illustrazione, ha una storia centenaria e vanta capolavori di creatività e inventiva che hanno ispirato artisti di tutto il mondo. Non a caso è un cartone animato il primo film polacco premiato con un Oscar: Tango di Zbigniew Rybczynski, nel 1982.
Da questa tradizione illustre provengono anche autori e artisti di La nostra terra. Dorota Kobiela Welkman e il marito Hug Welkman con questo film mettono in scena I contadini di Wlasyslaw Stanislaw Reymont, un libro di oltre mille pagine, l’ epopea sulla vita di un villaggio polacco che vinse il Nobel per la letteratura nel 1924. In patria la storia di Jagna e dei suoi compaesani si studia a scuola ed è un po’ il romanzo nazionale, come da noi I promessi sposi. Il finale invece è un po’ a Bocca di Rosa, in salsa polacca.
Jagna non è una ribelle, è scandalosamente bella e libera. In un paese dove gli argomenti più discussi sono il raccolto delle patate e come combinare il matrimonio più redditizio, lei passa il tempo a creare meravigliosi ritagli di carta, se ne infischia dei soldi, vuole solo vivere la vita che si è scelta. Basta e avanza per trasformarla in una pericolosa diversa da emarginare. Ancora oggi, racconta un’amica polacca, per molte ragazze la storia di Jagna è un’ispirazione.
Anche per Dorota Kobiela Welkman Jagna è stata lo stimolo principale a realizzare il film. La modernità del romanzo sta nel fatto che “il mondo non è cambiato poi così tanto. Ci sono ancora donne come Jagna ovunque, che vivono problemi simili, mentre navigano nel mondo e nei suoi doppi standard. Soprattutto quando si tratta di sesso, Internet e i social media, hanno fornito una miriade di nuovi modi in cui le giovani donne possono essere perseguitate, svergognate, bullizzate e predate. Non abbiamo mai pensato di fare un documentario sulla campagna polacca del 1890, ma di portare al nostro pubblico le emozioni e il dramma che Reymont ha raccontato nel suo romanzo”.
La realizzazione del film ha dovuto fare i conti con la pandemia, con la guerra in Ucraina (dove lavorava il 30 per cento dei pittori) e un’inflazione che ha gonfiato tutte le spese.
Il direttore di animazione è Piotr Dominiak (Peter and the wolf, Loving Vincent), Kamila Urzedowska interpreta Jagna mentre Robert Gulaczyk è Hanka. Il produttore è Sean Bobbit coproduttori Canal+ Polskas.A
Nel film i paesaggi (ispirati ai dipinti di oltre 30 tra i maggiori artisti dell’epoca) di campagne, costumi, boschi e stagioni sono un motivo conduttore forte.
Il procedimento di realizzazione è abbastanza complesso perché sebbene quello che vediamo noi è un’animazione per altro ricca e dettagliatissima, alla base ci sono riprese girate con attori veri. In pratica un centinaio di artisti hanno dipinto ad olio sui fotogrammi girati e trattati al computer.
Il risultato è una sorta di realtà aumentata emotivamente, un iperrealismo ornato. Viene da chiedersi con l’illustratore e fumettista Elfo “perché a questo punto non hanno tenuto le riprese video facendo un film con attori”
Tutto il contrario di ciò che accadeva all’epoca d’oro dell’animazione polacca quando si ovviava alla scarsità dei mezzi con una creatività a volte surreale.
Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e al 24 Frame future film festival è nelle sale italiane il 2, 3 e 4 dicembre e chissà che non ripeta il successo di Vincent.
Carla Chelo
Giornalista. Ha lavorato all'Unità, al settimanale Diario e in tv (Mediaset). Ha scritto un paio di libri insieme a un'amica, Alice Werblowsky e da sola una guida sul verde in città: "Milano, Parchi e giardini", Touring club italiano.
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