“Les Misérables” incantano Pordenone

Alle “Giornate del cinema muto” la versione reastaurata del capolavoro del francese Henri Fescourt del 1925 dal romanzo di Victor Hugo. Un’opera monstre di sei ore e mezza che ha inchiodato i cinefili in questa maratonatona evento…

Fondation Jérôme Seydoux-Pathé
Fondation Jérôme Seydoux-Pathé

Tanto entusiasmo non si vedeva dai tempi della storica estate romana con il Napoléon (1927) di Abel Gance proiettato sul Colosseo. Stiamo parlando, infatti, dell’evento che, l’altro giorno, ha catturato l’immenso pubblico delle Giornate del cinema muto di Pordenone (dal 3 al 10 ottobre) chiamato a raccolta – al teatro Verdi – per la versione restaurata de Les Misérables, opera monstre di Henri Fescourt del 1925, della durata di sei ore e mezza.
Una vera e propria maratona per cinefili cominciata alle 15e30 del pomeriggio e finita a notte inoltrata con tanto di cena intervallo, per seguire questa appassionata ricostruzione del capolavoro di Victor Hugo che il regista francese ha ricreato, con minuzioso impegno, a partire dalle 200 illustrazioni di Gustave Brion per la prima edizione del romanzo.MISERABLES_04

“Con i suoi 365 capitoli, suddivisi in cinque volumi e 48 libri, e le implacabili digressioni storiche, filosofiche e persino architettoniche – si legge nel catalogo del festival -, il capolavoro pubblicato da Victor Hugo nel 1862 è senza dubbio il romanzo più fluviale e straripante della letteratura mondiale”.
Circa vent’anni della storia di Francia, dalla sconfitta di Waterloo alla Restaurazione, fino alle barricate del 1832 in cui si muovono le povere esistenze degli ultimi della società, in lotta con l’ingiustizia e la miseria.

Nonostante, però, le inevitabili difficoltà Les Misérables è anche il testo letterario che ha subito il maggior numero di adattamenti: “più di 50 versioni cinematografiche a partire dal 1909, oltre a innumerevoli allestimenti teatrali – si legge ancora nel catalogo – film d’animazione, videogiochi e riduzioni radiofoniche (tra le quali spicca la serie in sette episodi realizzata nel 1937 da Orson Welles, in cui quest’ultimo, allora ventiduenne, interpretava il ruolo di Jean Valjean). Tra cui, l’ultimo adattamento, quello di Tom Hooper del 2012 ispirato al musical.
Eppure questa versione di Fescourt, dicono gli esperti, è sicuramente la più fedele all’opera di Hugo. Nonostante lo stesso regista sia uno degli autori più dimenticati del cinema francese, poiché rappresentante di punta del cinéroman, un genere popolare “per lo più disdegnato dagli intellettuali di allora”.
Fescourt ha fatto rivivere il mondo descritto da Hugo girando molto in esterni nella stessa cittadina medievale del sud della Francia che aveva ispirato il romanziere, scegliendo, tra l’altro, di rinunciare alle grandi star, ma puntando su attori minori che si rivelarono, poi, grazie al suo film (Gabriel Gabrio nei panni di Jean Valjean e Sandra Milowanoff in quelli di Cosetta).

Les Misérables è uno dei restauri più importanti degli ultimi anni, curato dal Centre national du cinéma et de l’image animée (CNC) in collaborazione con la Cinémathèque de Toulouse, in partenariato con la Fondation Jérôme Seydoux-Pathé. Conosciuto fino a oggi in un’edizione in bianco e nero e di durata ridotta, il film è stato proposto a Pordenone in una versione vicina a quella vista dagli spettatori del 1925, con l’accompagnamento al pianoforte di Neil Brand.