Nella Babele del XXI secolo, la parola ai traduttori

Il giro del mondo in soli tre giorni attraverso la letteratura e l’arte della traduzione. Si è svolto alle porte di Parigi la terza edizione del “Festival Le monde en livres, Vo-Vf”, occasione di incontri, scoperte e riscoperte…

per helene

Nell’era della globalizzazione, intesa nel senso buono di multiculturalismo, la traduzione diventa centrale in ogni contesto. Tanto più quello culturale e letterario in particolare. Non è sfuggito, infatti, a Hélène Pourquié e Pierre Morize organizzatori da tre anni di “Le monde en livres, Vo-vf”, festival, unico nel suo genere, dedicato interamente alle traduzioni letterarie, che si è concluso giorni fa nella periferia di Parigi, a Gif sur Yvette.

bd223d_719b38d699954dfeaa2070cac5112e24.jpg_srb_p_286_398_75_22_0.50_1.20_0.00_jpg_srbUna sorta di giro del mondo in appena tre giorni, affollatissimi di pubblico ed incontri, attraverso l’opera di celebrità di ieri e di oggi come Raymond Carver, Mark Twain, David Grossman, David Foster Wallace, Rosa Montero, Alice Munro o la “nostra” Goliarda Sapienza che alla Francia deve la sua scoperta grazie alla traduzione de L’arte della gioia, rifiutato dagli editori italiani per vent’anni (leggere qui).

Libri dalla Cina, poi, dal Giappone – manga soprattutto perché anche i fumetti si traducono – , dagli States, dalla Spagna, dall’Italia, insomma, una vera Babele letteraria. E tutti rigorosamente “accompagnati” dai loro traduttori o in certi casi anche dagli scrittori. Come nella serata d’apertura – il 2 ottobre – in compagnia di Tobie Nathan, il più celebre etnopsichiatra di Francia, nonché acclamato scrittore col suo ultimo romanzo, Ce pays qui te ressemble, in corsa per il prestiogioso premio letterario Goncourt. Capace di affascinare l’affollatissima platea con la storia della sua vita – raccontata in parte in questo romanzo -, egiziano di famiglia ebrea, approdato dopo molte vicessitudini in Francia dove si è dedicato al multiculturalismo proprio attraverso la sua professione di etnopsichiatra, occupandosi di migranti. In fondo, anche questo, un lavoro da “traduttore”.