Liliana Cavani e Anac al fianco dell’Azzurro Scipioni. E Silvano Agosti invita gli amici in sala di sabato
Non si ferma la battaglia per salvare l’Azzurro Scipioni, lo storico cinema di Silvano Agosti nel quartiere romano di Prati, a rischio chiusura a causa della pandemia e dell’assenza di fondi strutturali. È Liliana Cavani, adesso insieme all’Anac, ad abbracciare la causa di questo piccolo Louvre del cinema, proponendo alle Istituzioni capitoline di attribuire un premio al suo fondatore.
“Il cinema Azzurro Scipioni è l’unico luogo a Roma nel quale si è riusciti per anni a vedere sistematicamente la Storia del Cinema – spiega la regista de I cannibali (1970) in un’appassionata lettera – e Silvano Agosti merita un premio da parte della comunità romana per avere coperto una mancanza totale di una sala demandata a questo nobile scopo”.
Cavani – compagna di studio di Agosti al Centro Sperimentale – insieme a Ricky Tognazzi, Pupi Avati e Simona Izzo è tra i firmatari del comunicato lanciato dall’ANAC per chiedere al Mibact e al Comune di Roma di farsi carico delle difficoltà di gestione dell’Azzurro Scipioni e, più in generale, di rivalorizzare i luoghi della cultura e della socialità sul territorio nazionale. L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici aderisce ora a sua volta alla proposta della regista, impegnandosi a formalizzarla all’Assessore della Cultura di Roma Luca Bergamo.
Dopo la provocatoria messa all’asta delle poltrone della sala a fine dicembre – alla quale è seguita un’immediata petizione su Change.org e un appello di Rifondazione Comunista – Silvano Agosti torna a prendere la parola con un post su Facebook, invitando il pubblico a recarsi ogni sabato al cinema di Prati, per acquistare i suoi libri e i DVD dei suoi film, e far sì che la cultura possa in questo modo continuare a circolare. Le pellicole da lui dirette, e l’immancabile Il pianeta azzurro di Franco Piavoli – da lui prodotto e dal quale il suo cinema prende il nome –, saranno inoltre resi disponibili sulle piattaforme di OpenDDB e di Holy Film: ogni piccola offerta è un gesto che può concretamente aiutare l’Azzurro Scipioni a “sperare nella rinascita”.
Il regista bresciano tiene infine a chiarire le cause che minacciano la chiusura del suo cinema: alle restrizioni imposte dai decreti ministeriali, si aggiungono infatti “l’importante diminuzione del pubblico che frequenta i cinematografi, il calo numerico e di qualità dei nuovi film prodotti, la diffusione del coronavirus resa più facile da qualsiasi forma di raggruppamento, e infine” – scrive Agosti – “un sensibile avvicinamento nel prossimo futuro della mia età anagrafica al compimento dei cento anni”. La sua gratitudine è invece rivolta alla congregazione religiosa che gestisce la proprietà dei locali: per quasi quarant’anni i Frati domenicani hanno appoggiato l’esistenza dell’Azzurro Scipioni, rinunciando al maggiore profitto che avrebbero potuto trarre organizzando altre iniziative.
La drammatica situazione della sala di Agosti è, però, solo un esempio dello stato di salute del cinema in Italia. Per questo, l’ANAC coglie l’occasione per chiedere l’attuazione di “un preciso ed efficace piano di riapertura” e “un censimento che fotografi lo stato attuale dei cinema nelle diverse regioni”, “in vista di un reale rinnovamento del modo di proporre la visione collettiva sul grande schermo e di accogliere il pubblico”. Perché, insieme all’Azzurro Scipioni, possano essere tutelati tutti quegli spazi di fruizione della cultura, che nelle nostre città rappresentano i pochissimi “luoghi rimasti di socializzazione e di confronto diretto delle idee di cui ci sarà sempre bisogno”.
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