L’ironica periferia di un regista-scrittore di periferia

In sala dal 24 marzo, “Il condominio dei cuori infranti” del francese Samuel Benchetrit, passato allo scorso festival di Cannes. Una commedia malinconica e grottesca ispirata al suo romanzo autobiografico… Da vedere.

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Certo che dai tempi de L’odio – era il 1995! – quanto cinema è passato tra i grigi palazzoni delle banlieues parigine. Drammi e commedie – tra le più recenti Paulette di Jérôme Enrico – hanno trovato come set naturale e imput narrativo proprio la vita ai confini della metropoli. Così se Jacques Audiard nel suo Deehpan sfida il concorso con la denuncia delle banlieus in fiamme, Samuel Benchetrit presenta sulla Croisette un film dai toni opposti che, proprio, nella solidarietà tra gli ultimi trova il suo centro narrativo.

Stiamo parlando, infatti, Il condominio dei cuori infranti (titolo originale Asphalte), commedia dai toni grotteschi e malinconici che il regista e scrittore francese ha tratto da Cronache dall’asfalto (edito in Italia da Neri Pozza nel 2007), scritto nel 2005 sulla base dei suoi ricordi di ragazzino di periferia.

Con Isabelle Huppert nei panni di un’attrice dimenticata e Valeria Bruni Tedeschi in quelli di un’infermiera afflitta dalla solitudine, il film ci racconta piccole storie di “cadute” esistenziali e materiali. Come quella molto terrena, anzi “terrestre”, di un astronauta americano che finisce sul tetto dell’HLM, come chiamano i francesi i palazzoni di edilizia popolare. A soccorrerlo è un’anziana signora magrebina, con figlio in galera, e molta voglia di fare la mamma. Le scene in cui li vediamo davanti all’ultimo serial tv americano mentre l’astronauta, parlando a gesti, le anticipa che fine faranno i protagonisti nelle puntate successive, sono esilaranti.

Il resto è una carrellata di personaggi alle prese col loro quotidiano che nell’incontro con l’altro ritrovano un po’ di luce. L’adolescente dalla famiglia assente che trova un’amica nella despressa attrice finita nell’oblio. Il tirchio barbuto e solitario che finito sulla sedia a rotelle per un incidente ritrova l’entusiasmo con l’infermiera che fa il turno di notte in ospedale.

Varia umanità, insomma, che grazie alla solidarietà trova le ragioni per andare avanti. Un film piccolo piccolo, dai risvolti sociali, di quelli in cui i francesi se la cavano sempre. Ma che se fosse stato fatto in Italia, non sarebbe andato più in là della modesta fiction televisiva. In sala dal 24 marzo distribuito da Cinema di Valerio De Paolis. Da vedere.