(o)Scurati. Il monologo dello scrittore censurato dalla Rai, protesta virale contro Meloni
Non si contano neanche più, in queste ore, i profili social che hanno codiviso il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile, censurato dalla Rai. Scrittori, intellettuali, comuni cittadini e pure una staffetta web dove si alternano in video Melania Mazzucco, Giordano Meacci, Tiziano Scarpa, Paola Caridi e tanti altri e altre, hanno reso virale quel testo “incriminato” perché poneva l’accento su una parola tanto semplice quanto capitale: antifascismo. Parola, sottolinea nel monologo Scurati, che la nostra premier Giorgia Meloni non ha mai voluto pronunciare, neanche in occasione dello scorso 25 aprile e che oggi, in occasione di questo del 2024, lo scrittore di M. Il figlio del secolo invoca a gran voce.
Ma questa è solo la coda della nuova bufera piombata sulla Rai alla viglia della festa della Liberazione. La genesi è stata nella serata di venerdì 19 aprile, quando Serena Bortone, conduttrice di Che sarà su Rai3, ha fatto sapere dal suo profilo Facebook che l’intervento di Scurati, previsto per il giorno successivo, era stato cancellato senza avvisarla.
Scurati, storico e scrittore, si è fatto conoscere al grande pubblico con la tetralogia dedicata a Mussolini, M (da cui è in lavorazione una serie con protagonista Luca Marinelli), ed era stato invitato proprio con l’intento di parlare di antifascismo e del 25 aprile, con un testo, appunto, un monologo che prendeva le mosse dal momento più tragicamente simbolico della dittura: l’assasinio di Giacomo Matteotti da parte dei fascisti. Le accuse di censura sono state immediate e il caso è diventato virale sui social.
La Rai è intervenuta nella tarda mattinata di sabato, con Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento (lo stesso che in occasione di Atreju, l’evento legatissimo a Giorgia Meloni, aveva definito Fratelli d’Italia “il nostro partito”), secondo cui a scegliere di non partecipare era stato Scurati stesso. Per Corsini, infatti, l’azienda aveva reputato eccessivi i 1800 euro di cachet per l’ospitata e aveva chiesto allo scrittore di intervenire gratuitamente, proposta a cui era seguito un secco rifiuto.
La posizione della Rai è stata poi clamorosamente smentita dalla pubblicazione del documento interno con cui era stato annullato il contratto di Scurati, citando esplicitamente “motivi editoriali”. E poi da Bortone, che in diretta ha spiegato di aver parlato con lo scrittore, giudicando “fantasiose” le ricostruzioni aziendali. La conduttrice ha poi letto il monologo, pubblicato già da numerose testate e diventato virale.
Il peso del caso è stato confermato dall’intervento diretto di Giorgia Meloni. Sui suoi canali social la premier ha risposto piccatamente alle polemiche, alludendo nuovamente alla questione economica, per poi pubblicare lei stessa il monologo, cercando così di sedare le accuse di censura. Non si è fatta attendere la risposta di Scurati, sempre online, che ha parlato di un attacco personale e violento.
Il maldestro tentativo di censura si è insomma trasformato in un boomerang. Il sospetto, cioè, che la Rai abbia cercato di evitare un attacco diretto all’esecutivo (il testo di Scurati metteva chiaramente in relazione il fascismo e l’attuale governo) non è fugato. E certo non giova all’azienda, da mesi contestata internamente ed esternamente e che, inoltre, è ormai costantemente superata nello share quotidiano da Mediaset, prima volta nella sua storia.
Tobia Cimini
Perditempo professionista. Spende il novanta percento del suo tempo leggendo, vedendo un film o ascoltando Bruce Springsteen. Nel restante dieci, dorme.