Premio Bianchi 2019 a Vincenzo Mollica, volto tv dei giornalisti cinematografici



A Vincenzo Mollica va il premio Bianchi 2019 che da quarant’anni i Giornalisti Cinematografici consegnano durante il festival di  Venezia in omaggio ad una personalità del cinema.

Mollica è il volto tv del giornalismo cinematografico, seguito quotidianamente da milioni di spettatori del Tg1 e da tutto il mondo dello spettacolo, la voce che da qualche decennio racconta il cinema al grande pubblico.

“Dedicargli il nostro omaggio significa festeggiare il più grande di tutti noi – sottolinea il Direttivo del Sindacato (SNGCI)-  che con la sua professionalità, il tratto di originalità e di competenza assoluta ci regala una lezione di giornalismo attraverso uno stile inconfondibile e un racconto appassionato. Oltre il ruolo professionale, il ‘nostro’ Vincenzo – nella tradizione dei ‘pionieri’ del nostro mestiere – è diventato attraverso le sue cronache un vero e proprio archivio vivente di un mondo che continua a raccontarci con lo stesso entusiasmo del primo giorno da cronista. Ma soprattutto riesce con la sua autorevolezza a conquistare l’attenzione e l’affetto del pubblico che anche grazie a lui impara ogni giorno qualcosa in più sul cinema”.

Intitolato alla memoria del critico e giornalista Pietro Bianchi, il premio dal 1977 celebra il più grande cinema italiano ogni anno al Lido, d’intesa con la Direzione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Il “Bianchi” ha premiato un’intera generazione di registi, sceneggiatori, direttori della fotografia tra i più rappresentativi del cinema d’autore: da Mario Soldati il primo della storia, a Zavattini, Blasetti, Castellani, Zampa, Lattuada, Monicelli, Comencini, Giuseppe De Santis, Rosi, Dino Risi, Scola, Paolo e Vittorio Taviani, Magni, Lizzani, Bertolucci, Antonioni (quando ancora non era passato dietro la cinepresa, è stato, nel 1946, tra i fondatori del SNGCI), gli sceneggiatori Suso Cecchi D’Amico, Age e Scarpelli e Tonino Guerra, il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno, il montatore Roberto Perpignani.