Quella volta che Zavattini disse “cazzo” alla radio e l’Italia si scandalizzò

Questo ed altro nel libro di Gualtiero De Santi che ripercorre i quasi 50 anni di attività radiofonica del papà del Neorealismo. Presentazione del volume, e ascolto del “brano incriminato” lunedì 19 (ore 17.30) a Roma, nella sede dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico.

a0925023-14b8-4707-931d-249ce4f7e270
“E adesso dirò una parola che finora alla radio non ha mai detto nessuno”. Lunga pausa di silenzio, attesa, curiosità: “Cazzo…”.… Il tabù fu infranto ma scoppiò il putiferio!
Era il 25 ottobre 1976. Cesare Zavattini era ai microfoni di Voi e io punto a capo, venti puntate per radio Rai, di varia attualità, in onda dalla sua casa romana di via Sant’Angela Merici. E alla regia un giovanissimo Beppe Grillo con cui Za intratteneva un rapporto diciamo, così, dinamico: “Caro Grillo scusami, scusami caro ma, un po’ per la tua natura preoccupazionale, un po’ perché mi rappresenti qui l’azienda… Ma tu dici sempre di no”…
Questo ed altro nel libro Zavattini e la radio di Gualtiero De Santi, (Bulzoni editore per la collana Impronte, 2012), che ripercorre la lunga attività radiofonica del grande intellettuale del 900 e padre del neorealismo.
Da “umorista” per l’Eiar, negli anni del fascismo, a “personaggio” di punta per RadioRai nel dopoguerra, il volume ci accompagna attraverso i cinquant’anni di radio di Cesare Zavattini, inarrestabile sperimentatore sempre pronto alla “zampata” ironica e surreale, per squarciare le ipocrisie del potere e dire La veritàaaa
Capace di trasformare ironicamente l’innocuo borotalco in tema di denuncia sociale, o risvegliare la poesia di Leopardi immaginando di “sculacciare pubblicamente” chi non conosca L’Infinito, Cesare Zavattini da subito intende la radio come strumento democratico e non paternalista per Parlare tanto di voi.
Nonostante la diffidenza dei dirigenti della Rai, il suo innegabile ruolo di grande intellettuale lo porta a diventare una delle “voci” più popolari della radio dai Cinquanta in poi. Con Perché siamo vivi? Affronta l’orrore della guerra, con Invito alle collezioni conduce il pubblico nel mondo dei quadri pensando persino a una lotteria per sostenere i pittori più poveri. E poi “telefona” agli scrittori, alle attrici, ai registi (e vorrebbe anche il Papa!) in una continua sperimentazione e innovazione del linguaggio. Spingendosi sempre più avanti fino alla fatidica puntata di Voi e io punto e a capo che infranse un tabù allargando nuovi spazi alla libertà espressiva.
Il “brano” dello scandalo sarà proposto all’ascolto durante la presentazione. Intervengono: Gualtiero De Santi autore del libro, Marino Sinibaldi direttore di Radio3, Silvana Cirillo curatrice della collana Bulzoni, Vincenzo Vita presidente Aamod.