Tra i migranti coi versi di Erri De Luca
La poesia di un grande scrittore, gli scatti di un grande fotografo, gli “articoli” della Carta Mondiale dei migranti. È “Mediterraneo la nostra frontiera liquida”, video di Gabriella Guido e Rosalba Ferba che ha portato alla Festa il dramma dei profughi e la denuncia contro i Cie…
Lo sguardo rivolto verso il cielo. Dopo giorni e giorni di mare in tempesta, a venti miglia dalle coste libiche, il primo barcone è avvistato dall’elicottero dei soccorsi dell’operazione Mare Nostrum. Era il 7 giugno 2014 e Massimo Sestini, col suo obiettivo, ha colto quel momento di sorpresa e di speranza. Quella foto – la vedete qui – ha fatto il giro del mondo, ha vinto il Word Press Photo, è stata selezionata da Time tra le migliori 10 foto del 2014 ed è diventata l’immagine della campagna dell’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) Millions Have Fled Conflict-Please Help Today.
Ora quello “scatto”, insieme ai tanti altri che il fotografo ha “raccolto” nel corso di quella missione, è diventata la traccia visiva, emozionante, di Mediterraneo la nostra frontiera liquida, video di Gabriella Guido e Rosalba Ferba, realizzato per la campagna LasciateCientrare-Mai più Cie, a cui Erri De Luca ha prestato la sua voce, ma soprattutto la sua poesia. Che dice degli “acrobati di oggi”, migliaia e migliaia di migranti, “saltatori di fili spinati e di deserti, accatastati in viaggio nelle camere a gas delle stive, in celle frigorifere, in container, legati ai semiassi di autocarri”.
Che si interroga su cosa “ci fa difetto per non stare” con loro. Dopo che “abbiamo amato l’Odissea, Moby Dick, Robinson Crusoe, i viaggi di Simbad e di Conrad”, dopo che “siamo stati dalla parte dei corsari e dei rivoluzionari”.
“Cosa ci manca per un applauso in cuore – chiede De Luca coi suoi versi – , per un caffè corretto al portatore di suo padre in spalla, e di suo figlio in braccio/portato via dalle città di Troia, svuotate dalle fiamme?”
È l’interrogativo che ci rilancia il video. Che alle immagini e alla poesia accosta gli articoli della Carta mondiale dei migranti, disattesa costantemente dai muri che si moltiplicano, dalle leggi xenofobe, dalla violenza dei lagher che i nostri governi chiamano Cie.
“Guardando quei volti – dice Erri De Luca, nel corso dell’incontro col pubblico della Festa di Roma – si vedono le stesse facce che troviamo nelle foto del museo di Ellis Island. Viaggi in terza classe, ma comunque con posti letto e cibo. Il 1900 si è comportato in modo civile. Questo secolo no. Il trasporto è peggiore di quello degi schiavi. A me manca il 1900, il secolo che ha cominciato a mischiare le carte”. Eppure conclude lo scrittore, “Lampedusa diventerà come Ellis Island e noi avremo una classe dirigente che sarà formata da quei discendenti”.
E, allora forse, come conclude la sua poesia sarà “benedetto il viaggio che vi porta, il Mare Rosso che vi lascia uscire, l’onore che ci fate bussando alla finestra”.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
13 Luglio 2016
Il cinema italiano al fianco dei migranti
Appuntamento il 19 luglio al Baobab di Roma, per una giornata di solidarietà,…
27 Settembre 2016
Albanese riporta “A casa” i migranti
Al via le riprese del nuovo film di Antonio Albanese ambientato tra Milano e…