“Red Hands”, se il rosso non è il colore del cuore. Ma al cuore colpisce il cartoon

Giovedì 14 novembre su Raitre (ore 23.30), “Red Hands”, mediometraggio animato di Francesco Filippi, dalla lunga gestazione che tratta con sensibilità il tema della violenza sui minori, attraverso la storia di Ernesto e Luna, due ragazzini bolognesi destinati ad innamorarsi. Un piccolo gioiello d’animazione, da non perdere …

Bologna la Rossa. Ma questa volta la politica non c’entra. Il rosso, invece, sì. Come il colore che fluisce dalle mani di Luna che disegna le sue storie, la sua storia sui muri della città: storia dolorosa di una quattordicenne vittima delle continue violenze subite da parte del padre. E dell’incontro con Ernesto, un dodicenne timido e solitario.

Arriva finalmente in tv su Raitre (giovedì alle 23.30) il mediometraggio animato di Francesco Filippi, Red Hands, prodotto da Michele Fasano – Sattva Films, in collaborazione con Rai Ragazzi. Opera dalla lunga gestazione e produzione (quasi nove anni), passata con successo in numerosi festival nazionali e internazionali, da Cartoons on the Bay ad Alice nella Città 2018. Opera destinata ad un pubblico di adolescenti e che tratta con sensibilità il tema della violenza sui minori.

Ernesto e Luna, dunque, dirimpettai che abitano in una strada di Bologna dove le tradizionali case con i portici stanno accanto a case moderne (avveniristica quella dove vive Ernesto), a cisterne arruginite e capannoni fatiscenti, mentre la città delle Due Torri appare ogni tanto sullo sfondo in un fantastico pastiche architettonico.

Ernesto vive con la zia Grace, una disegnatrice di moda di successo, quasi sempre lontana, ma iperprotettiva nei confronti del nipote che costringe a star barricato in casa. Una violenza «soft» che fa da contraltare a quella dura di Furio, padre di Luna, vessata e percossa da un padre balordo. Così lei, dotata dal misterioso potere di emettere un liquido rosso dalle mani, sublima le sue dolorose ferite, fatte di vero sangue, trasferendole in fantastici graffiti.

Ci vuole poco per Ernesto a innamorarsene: dei disegni e della bella Luna, nonostante la vista del sangue/rosso gli procuri facili svenimenti. E a sognare con lei e con le sue figure che si animano sui muri della città. Ma il padre non perdona a Luna questa dote (né la voglia di libertà) che considera una sorta di stregoneria, ma che in realtà funziona come denuncia della sua violenza. Il contrasto sarà lungo e duro, fino al finale che non riveliamo.

Francesco Filippi ha una lunga esperienza di cartoni animati: prima da appassionato (una laurea in Scienze dell’Educazione con tesi sull’animazione giapponese) poi da sceneggiatore e regista, formatosi alla School of Visual Arts di New York, con all’attivo cortometraggi pluripremiati nei festival di tutto il mondo, e adesso con il suo Studio Mistral (per scoprire di più sul film, fatevi un giro qui).

In Red Hands, mostra una notevole perizia nel miscelare animazione tradizionale in 2D e sequenze in stop motion con bellissimi pupazzi realizzati da un’équipe, guidata da John Craney (ha lavorato in film come Coraline e Kubo e la spada magica). L’alternarsi di sequenze disegnate – la parte sognante e dell’immaginazione – e sequenze con i pupazzi – la parte realistica, drammatica e con qualche tocco di horror – scorre senza troppi salti e il risultato finale è notevole.

La «morale» che ne viene fuori è tutt’altro che stucchevole; come è scritto in una nota della produzione: «con le mani si fa violenza e si danno carezze, si realizzano i sogni e gli incubi dei ragazzini». E i protagonisti, reali o di cartone, «sono chiamati a scegliere tra l’immaginazione come strumento per diventare adulti e la fantasticheria come rifugio in cui restare bambini».