Claire e Béatrice, una coppia che colpisce al cuore

In sala dal primo giugno (per Bim) Quello che so di lei, del francese Martin Provost. Un bellissimo ritratto di due donne dai caratteri opposti che entrano in relazione tra loro con esiti imprevedibili. Magnifiche le interpreti: Catherine Frot e davvero straordinaria Catherine Deneuve. Insomma, da non perdere…

 

Quello che so di lei (Sage femme), presentato fuori concorso a Berlino, titolo d’apertura dei Rendez-vous del cinema francese e in sala dal primo giugno per Bim, è un film che offre un bellissimo e tenero ritratto. Quello di due donne dai caratteri opposti che entrano in relazione tra loro con esiti imprevedibili, ritratto che va ad arricchire il repertorio di personaggi ormai classici come Thelma & Luise o come Donatella & Beatrice de La pazza gioia.

In questo caso l’impatto dei personaggi è talmente forte – grazie all’interpretazione di Catherine Frot e a quella davvero straordinaria di Catherine Deneuve – da mettere in secondo piano la regia e la sceneggiatura non proprio inappuntabili di Martin Provost.

Claire (Catherine Frot) è un’ostetrica single molto presa dal suo lavoro a dimensione umanissima, che si svolge nell’ospedale di un sobborgo di Parigi al confine con la campagna e ben lontano dal degrado delle banlieues. Fuori dalla clinica, però, conduce un’esistenza appartata, regolare e un tantino noiosa, scandita dalla cura maniacale della casa e di un orto che coltiva fuori città.

Non sembra pretendere di più dalla vita, neppure dal figlio con il quale comunica a fasi alterne, e neppure da un vicino di orto che dimostra qualche interesse per lei. Un giorno riceve la telefonata di Béatrice (Catherine Deneuve), che le propone di vedersi in un locale al centro della capitale francese. La richiesta fa ripiombare Claire in un passato che credeva di avere dimenticato o rimosso. L’incontro, poi, non fa che mettere i due caratteri in aperto conflitto.

Béatrice è uno spirito libero e anticonformista, esattamente agli antipodi della super coscienziosa Claire. Amante del gioco e di tutti vizi possibili ha da poco saputo che le restano pochi mesi di vita e intende sfruttarli fino all’ultimo, un po’ per regolare i conti con il passato e un po’ per contare su qualcuno che possa avere cura di lei.

Trent’anni prima la donna era stata l’amante del padre di Claire, aveva gettato scompiglio nella vita di una famiglia, e poi era scomparsa nel nulla. Dopo le scintille e le recriminazioni iniziali, Claire finisce per accettare la presenza ingombrante di Béatrice e la sua vulcanica personalità. Non solo. In lei si risveglierà piano piano il gusto per la vita e per l’amore, mentre la presenza di Claire servirà a rassicurare Béatrice, a farle condividere la sofferenza e a farle assaporare insieme a un’altra donna gli ultimi momenti di felicità.

Più che per la coerenza e la fluidità della sceneggiatura, il film funziona per la meravigliosa alchimia che si crea tra due donne e due grandissime attrici, soprattutto grazie a una Deneuve a cui il ruolo di Béatrice calza a pennello. Di certo, lasciando da parte qualche sbavatura, non si resta indifferenti di fronte a una prova di recitazione che non solo riporta in auge le prime donne del cinema ma soprattutto arriva dritto al cuore e alla fantasia dello spettatore, lasciandogli in bocca il gusto agrodolce del cinema e della vita.