Tra Levi e Soldati (e molti altri). Nella “biblioteca” del TorinoFilmFest 2019

Carlo Levi, Mario Soldati, il nazismo “da ridere” della neozelandese Christine Leunens e tanto altro. Torino filmfest numero 37, dal 22 al 30 novembre, dedica una retrospettiva all’horror con Barbara Steele come musa, ma noi vi proponiamo un percorso alternativo e letterario…

“Mientres dure la guerra” di Alejandro Amenábar

Un “viaggio” con Mario Soldati, omaggi a Carlo Levi, Agatha Christie e al poeta francese Michel Deguy. Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, in veste di scrittore col volto di Sergio Castellitto e, ancora un’apertura letteraria – già annunciata – nel segno della scrittrice neozelandese Christine Leunens.

Sarà un’edizione molto da “leggere” questa numero 37 del Torino Film Festival, dal 22 al 30 novembre che, a partire dal manifesto, celebra l’horror classico, col volto icona dell’attrice britannica Barbara Steele, alla quale andrà il Gran premio Torino.

Diretto per l’ultimo anno da Emanuela Martini, affiancata stavolta da Carlo Verdone in veste di direttore guest, lo storico “festival giovane” torinese proporrà come d’abitudine opere prime, seconde e terze provenienti da tutto il mondo ed espressione del più innovativo cinema indipendente.

Ad aprire le danze il 22 novembre sarà Jojo Rabbit satira sferzante e spiazzante del nazismo e dei suoi miti che il neozelandese Taika Waititi ha tratto dal fortunato romanzo di Christine Leunens, Il cielo in gabbia (Sem Libri). A chiuderle, invece, il 30 novembre, Cena con delitto- Knives Out in cui il regista Rian Johnson rende omaggio alla regina del giallo Agatha Christie con un mistery ricco di colpi di scena che arriverà in sala il 5 dicembre con 01.

Nel segno del thriller è poi l’americano L’inganno perfetto di Bill Condon, dove assistiamo al “duello” tra un abile truffatore e una ricca vedova, a partire dall’omonimo romanzo di Nicholas Searle.

Mentre l’australiano (amante dell’azione) Justin Kurzel (Assassin’s Creed, Macbeth) ci porterà nell’ Australia del 1870  sulle tracce Ned Kelly, eroe fuorilegge di origine irlandese, orfano, ladro di cavalli, rapinatore di banche: una sorta di Robin Hood molto amato dal popolo ed acerrimo nemico dell’autorità reso celebre dal romanzo di Peter Carey, La ballata del brigante Ned Kelly (Frassinelli), portato al cinema col titolo, True History of TheKelly Gang.

Le vite di scrittori e poeti, ancora, fanno da traccia a molti titoli. Miguel de Unamuno, rettore dell’Università di Salamanca, che nella Spagna del ’36 sostenne pubblicamente il colpo di stato anti repubblicano per poi rivedere le sue posizioni è il protagonista di Mientres dure la guerra di Alejandro Amenábar (nella foto), dedicato alla pagina più cupa della storia spagnola sfociata nella dittatura.

Dell’autore di Cristo si è fermato a Eboli, racconta Lucus a Lucendo. A proposito di Carlo Levi (nella fot di copertina) di Alessandra Lancellotti ed Enrico Masi, documentario che, attraverso lo sguardo di Stefano Levi Della Torre, nipote dell’intellettuale torinese, rimette insieme le tessere della vita del grande scrittore, pittore, medico, uomo politico per passione condannato al confino per antifascismo, antropologo e poeta per vocazione.

E ancora, Michel Deguy, uno dei più grandi poeti viventi che continua senza tregua a lanciare sfide, a inventare un pensiero critico, a plasmare e trasformare il linguaggio, protagonista del doc, Comme si, comme ça di Marie-Claude Treilhou. Come pure su altri fronti ha fatto in Italia Bifo, Franco Berardi, protagonista del ’77 bolognese e che al festival sarà protagonista – nella sezione TFFdoc – di un incontro abbinato alla proiezione del documentario di Christian Labhart, Passion – Beetwen Revolt and Resignation, con l’obiettivo di guidare lo spettatore e aiutarlo a orientarsi nella follia del mondo contemporaneo.

A un grande protagonista della cultura italiana come Mario Soldati, poi, sarà dedicata un’intera giornata di studio, il 25 novembre, in cui, oltre a tre dei suoi film maggiori (Malombra, Fuga in Francia e La provinciale) verrano proiettati spezzoni ed episodi delle sue serie televisive, delle sue inchieste giornalistiche, delle sue interviste.

Il grande Tolstoj, sarà invece evocato da un irregolare come Tonino De Bernardi che, in Resurrezione, rilegge le pagine dell’ultimo romanzo del narratore russo, assieme a Joana Preiss e Giovanna Giuliani, Tommaso Ragno, Enrico Ghezzi e molti altri.

Sul fronte letterario italiano, troviamo Nour, il nuovo film di Maurizio Zaccaro liberamente tratto dal libro Lacrime di sale (Mondadori) scritto da Pietro Bartolo insieme con Lidia Tilotta. A dare il volto al medico di Lampedusa è Sergio Castellitto che tra i sopravvissuti all’ultimo naufragio si trova a prendersi cura di una ragazzina.

Chiude il menu letterario, Liberté ultima e provocatoria opera dello spagnolo Albert Serra, dalla sua omonima pièce, che stavolta porta in scena i libertini del Settecento per interrogarsi sull’ossessione del desiderio attraverso “un cruising storico”, in cui ritrovare il trash contemporaneo. Premio speciale della giuria di Un certain regard all’ultimo festival di Cannes.

Al di fuori del nostro percorso di “lettura”, segnaliamo l’unico italiano del concorso: Il grande passo di Antonio Padovan, in cui il regista veneto torna a dirigere Giuseppe Battiston già protagonista del precedente, Finché c’è prosecco c’è speranza, ispirato ai fortunati gialli di Fulvio Ervas. Un confine incerto, felice ritorno al cinema di Isabella Sandri (firma la sceneggiatura con Beppe Gaudino) dedicato al dramma della pedofilia e, il nuovo film di Gianni Di Gregorio, Lontano lontano, dedicato ancora una volta al passare del tempo e all’avanzare dell’età.