Se l’amore ha gli occhi a mandorla
Umorismo e poesia, ironia e sarcasmo dissacrante nel romanzo di Amélie Nothomb che ha ispirato il film di Stefan Liberski. È “Né di Eva né di Adamo” in cui la celebre scrittrice belga racconta il suo ritorno in Giappone, sua terra di nascita…
“Ci si innamora di persone che non si sopportano, di persone che rappresentano un pericolo insostenibile… Nell’amore, io vedo un trucco del mio istinto per non assassinare l’altro”.
Caratterizzato da umorismo e poesia, ironia e sarcasmo dissacrante, insieme a un acuto spirito di osservazione su persone, costumi, culture e su sé stessa, lo stile di Amélie Nothomb è amato da folle di lettori appassionati in tutto il mondo. Il suo editore francese dichiara più di 2 milioni di libri venduti in 45 paesi diversi nel mondo, Francia esclusa.
Non è da meno, e la lettura lo conferma, Né di Eva né di Adamo, pubblicato in Francia nel 2007 con il titolo Ni d’Ève ni d’Adam, edito in Italia da Voland a partire dal febbraio 2008. In questi giorni nei cinema con l’adattamento di Stefan Liberski, belga come la scrittrice, il romanzo racconta in prima persona il periodo vissuto da Nothomb tra il 1989 e il 1991, quando torna in Giappone dove è nata e vissuta i primi cinque anni della sua vita. Attraverso un’inserzione su un giornale per insegnare francese e riprendere familiarità con la lingua giapponese, conosce Rinri, universitario ventenne, ricco, eccentrico e straordinariamente sensibile. Con lui i giorni trascorrono felici, all’insegna della leggerezza, della curiosità e della sorpresa.
Amélie ritrova le parole, le immagini, gli odori della sua infanzia e scopre la sacralità del mitico monte Fuji, il mare virile del Giappone e il piacere di un bagno caldo sotto i fiocchi di neve sull’isola di Sado, l’atmosfera “lacerante di spavalda felicità” di Hiroshima, dove la dignità nipponica trova “la sua rappresentazione più sconvolgente”.
Intanto, accetta di essere condotta giocosamente da Rinri lungo gli itinerari geografici, culturali e gastronomici che la tradizione nazionale sembra avere predisposto per l’innamoramento. E Amélie apprezza con entusiasmo e stupore quel paradiso di dedizione e di ascolto che per la prima volta le viene offerto. Fino al momento in cui occorre prendere una decisione, di fronte alla proposta di matrimonio del ragazzo. Complice un’avventura solitaria in una tempesta di neve, durante la quale si trova intrappolata in un rifugio montano, Amélie sente crescere forte il bisogno di libertà. “Dicono che fuggire non sia un gesto molto nobile. Peccato, è così piacevole”, scrive Nothomb. Un anno dopo il suo rientro in Francia, lo storico editore Albin Michel pubblica il suo Igiene dell’assassino, un successo immediato. François Ruggieri nel 1999 ne ha tratto un film, mai uscito in Italia, come la trasposizione di un altro successo internazionale della scrittrice, Stupore e tremori, portato sul grande schermo da Alain Corneau nel 2002.
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