“The Mauritanian” apre la Berlinale in presenza. Memorie d’orrore a Guantánamo Bay



La Berlinale apre le danze il 9 giugno all’Isola dei Musei conThe Mauritanian (2021)legal thriller dell’Oscar scozzese Kevin Macdonald basato sul best seller autobiografico di Mohamedou Ould Slahi Guantánamo Diary (Little Brown & Co, 2015), memorie di un errore-orrore giudiziario a stelle e strisce tra le prigioni cubane per detenuti “speciali”.

Storia di un cittadino mauritano scambiato per terrorista – sequestrato e torturato senza processo con l’accusa di aver macchinato l’11 settembre reclutando i dirottatori degli aerei esplosi al World Trade Center – sarà proiettato in anteprima europea per la sezione Special della kermesse tedesca,  già con cinque candidature ai BAFTA e un Golden Globe all’attivo (quello a Jodie Foster nelle vesti di Nancy Hollander, elettrico avvocato a cui tocca l’impopolare arringa per scagionare Slahi).

Inizialmente pensato come un doc, il film vede nel cast anche Benedict Cumberbatch (che per primo ha acquistato i diritti per l’adattamento) nei panni di Stuart Couch, tenente colonnello schierato sul versante accusa perché mosso dal dolore di un lutto datato 9/11, e nel ruolo di protagonista Tahar Rahim (dal premiatissimo Il profeta di Jacques Audiard), interprete francese d’origine algerina a prestare il volto al detenuto pretestuosamente incarcerato, stremato da violenze sessuali, umiliazioni e abusi fisici decennali in pieno stile Guantánamo Bay.

Il festival di Berlino, che inaugura così la ripresa post-pandemica per gli eventi in presenza, prevederà dal 9 al 20 giugno l’accesso al pubblico nelle arene estive e un red carpet contingentato a misura di protocollo anti-Covid.