“Security”, la provincia di Stephen Amidon che genera mostri. Anche al cinema
Dal 7 giugno in prima assoluta su Sky Cinema e Now, “Security” del britannico Peter Chelsom ispirato alle pagine dell’omonimo romanzo di Stephen Amidon (Mondadori) trasportato nella località di Forte de’ Marmi livida e autunnale, ben lontana dai fulgori estivi. Una produzione italiana (Indiana Production e Vision Distribution) con grande cast ma senza emozione …
Fa un certo effetto vedere un luogo tipicamente estivo come Forte de’ Marmi, così ricco di suggestioni, ricordi e sapori degli anni 60 – la Bussola, la Capannina, Sapore di mare –, ridotto a teatro di miserie umane, intrighi, tradimenti, pregiudizi e ipocrisia, il succo insomma della provincia più deteriore: ma è proprio quello che intende rappresentare nei colori invernali il film di Peter Chelsom Security, prodotto da Indiana Production e Vision Distribution, dal 7 giugno in prima assoluta su Sky Cinema e Now.
La storia, basata sull’omonimo romanzo di Stephen Amidon (già autore de Il capitale umano portato al cinema da Paolo Virzì) pubblicato da Mondadori nel 2009, è dunque ambientata in una Forte de’ Marmi livida e autunnale, ben lontana dai fulgori estivi.
È qui che risiedono in ville sontuose i ricchi possidenti italiani e stranieri, ma è qui che alberga anche un’umanità opaca e corrotta dal vizio. Nel bel mezzo di una notte piovosa una ragazza che porta sul volto i segni della violenza subita sembra cercare rifugio in una di queste ville, suonando disperatamente ai videocitofoni.
Un addetto alla sicurezza che, nei giorni seguenti rivede le registrazioni effettuate dai sofisticati circuiti di video-sorveglianza, sospetta che la versione ufficiale accreditata dai carabinieri non corrisponda alla verità, e inizia a indagare per conto proprio. Da qui si dirama una serie di vicende parallele, che coinvolgono il protagonista (Marco D’Amore), la ex moglie (Maya Sansa) candidata a sindaco della città e sostenuta da un ambiguo e ricco imprenditore (Fabrizio Bentivoglio), la figlia immersa in una torbida storia d’amore con il mentore di scrittura creativa (Silvio Muccino), più altre figure minori tra le quali vale la pena segnalare il giovane Giulio Pranno, qui nella parte del figlio dell’amante del protagonista.
Dovrebbe essere un thriller ma invece siamo in pieno melodramma dai risvolti psicologici, condito da una generica critica di costume che rimanda alla provincia di Signore e signori o, per avvicinarsi ai giorni nostri, de Il capitale umano, appunto. Non tutto però fila liscio in una sceneggiatura che dovrebbe raggiungere il climax nella rivelazione finale, ma che in realtà si perde in un groviglio di passioni e dinamiche non sempre coerenti.
I personaggi non riescono mai a emozionare quanto il paesaggio, per fotografare il quale il regista si è peraltro giovato di una collaborazione eccellente, quella del vincitore del Premio Oscar 2010 per Avatar Mauro Fiore. Attori del calibro di Sansa e Bentivoglio, lo stesso D’Amore, sembrano galleggiare in un film che non è al servizio del loro talento, penalizzati dalla stessa sceneggiatura e da una regia a tratti un po’ meccanica e spesso ridondanti.
Ma in fondo, dietro l’impatto poco seducente, c’è la scelta – seppure affidata a un regista di caratura internazionale come Chelsom (Serendipity, Shall We Dance, oltre al successo Disney Hannah Montana: The Movie) – di privilegiare le tinte gialle piuttosto che la psicologia e il carattere sociale dei personaggi, finendo per giocare su un terreno che non appartiene al dna del cinema italiano.
1 Luglio 2016
Al via la carovana di cinema contro le mafie
Con un omaggio ad Ettore Scola, presidente onorario di Cinemovel, riparte il 3…
10 Agosto 2017
La storia s’impara al cinema. Al via progetti scuola ABC
Aperte fino al 30 agosto le iscrizioni per le scuole al progetto ABC della…
8 Aprile 2015
Cenerentola e la lotta di classe, al cinema
Il film di Kenneth Branagh e "Into the Woods" di Rob Marshall, entrambi di…