Ulisse che torna dalla guerra. “Il ritorno” di Uberto Pasolini nel segno di Omero

Passato alla Festa di Roma “Il ritorno” rilettura dell’Odissea di Omero di Uberto Pasolini. Con Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope, un film fedele al testo di Omero in maniera quasi filologica, dove gli interpreti sono diretti con scrupolo e accuratezza. Arriverà al cinema dal 30 gennaio 2025 per 01 Distribution …

Non si può certo dire “liberamente tratto” dall’Odissea il film di Uberto Pasolini Il ritorno, ricca coproduzione italo-greco-franco-britannica (tra i produttori figura anche Ralph Fiennes che veste i panni di Ulisse) in concorso alla Festa del Cinema di Roma. Nel senso che il film è fedele al testo di Omero in maniera quasi filologica e lascia poco spazio alla trasgressione.

La storia è nota: superato ogni genere di peripezie alla fine della guerra di Troia, Ulisse approda dopo 20 anni nella sua amata Itaca. Nell’isola vivono in attesa del suo ritorno la moglie Penelope e il figlio Telemaco, assieme al padre dell’eroe e a pochi schiavi e isolani rimasti a lui fedeli.

I Proci si sono insediati nella residenza reale e attendono che Penelope decida chi di loro prenderà il posto di Ulisse nel suo talamo e sul trono di Itaca. Ma la regina cerca di rinviare all’infinito il momento in cui dovrà scegliere, con il pretesto di terminare la tela della sua veste di nozze. Che tesse di giorno e disfa di notte nella speranza mai sopita che il marito sia ancora vivo e torni a ripristinare l’ordine naturale.

Sempre rispettando alla lettera il testo originale, il film si sofferma sui momenti topici della storia, quando Ulisse viene riconosciuto dallo schiavo Eumeo e dal vecchio cane morente Argo, poi dalla nutrice Euriclea e dalla stessa Penelope, infine dal figlio Telemaco con il quale compie la strage finale dei Proci, compreso quell’Antinoo che sembrava incrinare la fedeltà di Penelope e non appariva odioso e depravato come gli altri Proci (piccola deviazione dal testo originale dell’Odissea, dove Antinoo si distingue per arroganza e brutalità e cerca in tutti i modi di assassinare Telemaco).

Uberto Pasolini, regista transnazionale piuttosto attento ai temi sociali, con film folgoranti come Nowhere Special e Still life o Full Monty in veste di produttore, dirige con scrupolo e accuratezza un cast di attori internazionale che va da Ralph Fiennes a Juliette Binoche, da Claudio Santamaria ad Angela Molina.

Viene da chiedersi che senso abbia, a parte quello di far conoscere ai giovani un classico della letteratura peraltro già abbondantemente trattato dal cinema e dalla tv, riproporre una vicenda che fa parte del nostro bagaglio storico e culturale, tanto da essere quasi interiorizzata nell’inconscio collettivo.

Difficile trovare nel ritorno di Ulisse a Itaca, nel suo rapporto con Penelope e nella sanguinosa carneficina dei Proci un richiamo all’attualità o un significato simbolico e metaforico che non sia quello già contenuto nella storia originale, capace di lasciare ancora una volta il segno perché potentissima di per sé.

Il valore aggiunto consiste piuttosto nello scavo psicologico dei personaggi di fronte a una situazione estrema come quella raccontata nella parte finale dell’Odissea. Per questo Penelope non poteva che essere interpretata da un’attrice dotata di grande capacità espressiva e ricca di sfumature come Juliette Binoche. Mentre Ralph Fiennes (che fisico a quasi 62 anni!) è costretto dal copione ispirato al divino Omero a un ruolo che non deve lasciar trasparire emozioni per l’intera durata del film, girato in Grecia (a Corfù) e in Italia.