Zerocalcare splendido borderline. È una sorpresa la sua serie (non allineata) per Netflix
Su Netflix dal 17 novembre“Strappare lungo i bordi”, l’attesa e soprendente serie animata di Zerocalcare presentata In anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Un viaggio tra i ricordi con il suo tono inimitabile e tante, genuine risate. E che inattesa sorpresa realizzare quanto la visione collettiva (e le risate in sala) arricchiscano anche un prodotto pensato per lo streaming solitario …
Laudato si’ per frate Zerocalcare. Sembrerà esagerato, ma la sensazione che ci hanno regalato i primi due episodi di Strappare lungo i bordi, la nuova serie animata disegnata per Netflix dal fumettista di Rebibbia e presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è davvero quella di una boccata d’aria. Anzi, un vero miracolo.
Non che la Festa, tra film belli e meno belli, opprima il respiro, sia chiaro. È che di quel tono così particolare, lo stesso dei suoi graphic novel e dei suoi cartoni pubblicati su Instagram durante la quarantena, c’è sempre bisogno. In fondo è proprio il tono a distinguere Zerocalcare da qualunque altro fumettista, autore o artista, insomma da tutta la schiera di chi, con vari gradi di rivendicazione, si propone come una voce degna di essere ascoltata.
La capacità che lo fa grande (sì, lui rifugge qualsiasi elogio, ma l’aggettivo è meritato, senza dubbio) è il saper impastare un’ironia enorme e continua, fatta di iperboli e drammatizzazioni, con la consapevolezza di una responsabilità.
Zerocalcare sa di avere una rilevanza perché chi lo segue gliene dà ragione, dunque sa che quando dice qualcosa bisogna dirla con cognizione e precisione. Ma sa anche farlo senza porsi al di sopra di nessuno, spostando il focus su se stesso senza cadere nel narcisismo, mettendosi al centro non come persona migliore degli altri ma proprio nel suo essere disfunzionale. E visti i tempi che corrono menomale che c’è. Che lotta insieme a noi e su infiniti fronti.
Strappare lungo i bordi ha tutto questo. O sembra averlo, come detto sono state mostrate solo le prime due puntate. È la storia delle difficoltà nel ritagliarsi uno spazio, nel seguire la linea tratteggiata dello svolgimento corretto ai temi, lottando con la sensazione di un qualcosa di difficile da identificare che sfugge continuamente dalle dita.
Gli amici di sempre, Secco e Sarah, sono i compagni di un viaggio in treno (e delle disavventure che lo precedono) che finisce per riaprire tutto il vaso delle esperienze passate. Dalla scuola elementare, con il dramma dell’aver deluso la maestra per la genuina incapacità di risolvere le divisioni (una tragedia ben nota a molti), alla mattanza del G8 di Genova, dove pure si riesce a trovare un poco di ironia: «Mi pestò la Forestale, una cosa che manco l’orso Yogi». Ad accompagnare, ovviamente, l’immancabile Armadillo, voce della coscienza affidata a Valerio Mastandrea, che con Zerocalcare aveva già collaborato producendo La profezia dell’Armadillo.
Nella guerra infinita a fuoco incrociato che si consuma senza sosta all’interno dell’industria dell’audiovisivo, tra streamingisti affiatati e cultori duri e puri della sala, va riconosciuto a Netflix di aver messo a segno un colpo geniale. Peraltro, grazie alla Festa del Cinema, abbiamo potuto vivere anche l’esperienza bislacca di vedere una serie nella sala buia del cinema, invertendo quindi il tradizionale passaggio: non più un film pensato sul grande schermo ridotto al piccolo, ma una serie pensata per il piccolo che viene proiettata sul grande.
Per chi nel conflitto si mantiene in una svizzera assiduità su ambi i lati, rimane uno strano piacere constatare la sottile ironia di questo piccolo cortocircuito. Mentre è un’inattesa sorpresa realizzare quanto la visione collettiva (e le risate in sala) arricchiscano anche un prodotto pensato per lo streaming solitario.
Al di là di tutto, in ogni caso, l’attesa per le prossime puntate cresce. La consolazione dei lavori di Zerocalcare è che con una seconda visione si apprezzano tutti i piccoli particolari che sfuggono alla prima (un piccolo esempio: i poster dei film con i titoli cambiati sono una chicca meravigliosa). Dunque, per fortuna, avremo una scusa per ricominciare da capo quando uscirà. Chapeau al nostro presidente di giuria di Bookciak, Azione! 2021. Appuntamento, dunque, il 17 novembre. Meglio non prendere impegni.
Tobia Cimini
Perditempo professionista. Spende il novanta percento del suo tempo leggendo, vedendo un film o ascoltando Bruce Springsteen. Nel restante dieci, dorme.
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