Addio Gianni Minervini, produttore (da Oscar) di Avati, Benigni e “Mediterraneo”
In Souvenir d’Italie (1957) era il bullo fiorentino che importuna Alberto Sordi rifilandogli una memorabile pernacchia: ma Gianni Minervini, scomparso il 4 febbraio a Roma all’età di 91 anni, è stato soprattutto un importante produttore del cinema italiano. E in questa veste ha scommesso su giovani talenti rivelatisi poi protagonisti di primo piano, come Gabriele Salvatores, di cui Minervini ha prodotto, tra gli altri, il titolo premio Oscar, Mediterraneo (1991).
Figlio del giornalista Roberto e fratello della scultrice Annamaria, Minervini ha lavorato nella produzione sin dai primi anni Sessanta. La svolta è nel 1976, con la fondazione della A.M.A Film insieme a Pupi e Antonio Avati. Del regista de La casa dalle finestre che ridono Minervini co-produce tutti i lungometraggi, da Bordella (1976) fino a Una gita scolastica (1983).
Ma tra i maestri del cinema italiano con cui lavora ci sono anche Lina Wertmüller (Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico, 1986), Florestano Vancini (Un dramma borghese, 1979, dal romanzo omonimo di Guido Morselli), Nanni Loy (Mi manda Picone, 1983).
Soprattutto, però, Minervini ha contribuito a lanciare figure importanti del nostro cinema, in particolare Roberto Benigni e Gabriele Salvatores: del primo Minervini co-produce l’esordio sul grande schermo, Berlinguer ti voglio bene (1977), del secondo produce i lungometraggi Marrakech Express (1989), Turné (1990) e Mediterraneo (1991). Il successo di quest’ultimo arriva fino agli ambiti premi dell’Academy hollywoodiana, con l’Oscar al miglior film straniero.
«Un produttore innovativo capace di prendere i suoi rischi»: lo ha ricordato così lo storico sodale in tante produzioni A.M.A (tra cui anche il film con Benigni), Antonio Avati.
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