Addio Ilaria Occhini, signora del teatro e della tv (degli sceneggiati)

 



Elegante, bella, raffinata e grande protagonista della bella stagione degli sceneggiati letterari, quelli diretti da Anton Giulio Majano, Jane Eyre, Delitto e castigo, l’alfiere e, ancora I promessi sposi di Bolchi.

Se n’è andata a 85 Ilaria Occhini, nella mattina del 20 luglio, mese costellato di lutti nel mondo dello spettacolo e della cultura.

Nata il 28 marzo 1934 a Firenze, Ilaria Occhini debutta appena diciannovenne, come studentessa, nel film Terza Liceo di Luciano Emmer con lo pseudonimo di Isabella Redi, per poi diplomarsi all’Accademia Nazionale d’arte drammatica di Roma.

Del teatro attraversa la stagione migliore lavorando con Visconti, Patroni Griffi, Ronconi. Numerosi anche i film interpretati, ma raramente, come Un uomo a metà del 1966 di De Seta, in parti da protagonista.

Mentre tra le caratterizzazioni più riuscite quella nella commedia Benvenuti in casa Gori del 1992 che le è valsa il Nastro d’argento alla migliore attrice non protagonista. Del 2010  è il David come migliore attrice non protagonista per Mine vaganti di Ferzan Ozpetek e il Nastro d’argento alla carriera.

Nipote di Giovanni Papini, figlia dello scrittore Barna Occhini e moglie di Raffaele La Capria, Ilaria Occhini ha respirato cultura già da bambina. In anni recenti si è dedicata alla politica attiva con i Radicali (due le candidature: una alle politiche del 1987 e una alle europee del 2004 con Emma Bonino), mentre nel 2008 ha aderito alla lista Pro Life di Giuliano Ferrara.


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