Addio Kenzaburo Oe, scrittore Premio Nobel contro la guerra e il nucleare. Amato dal cinema


 

Lo scrittore giapponese Kenzaburo Oe, Premio Nobel per la letteratura nel 1994, è morto all’età di 88 anni. La scomparsa risale al 3 marzo, ma la sua casa editrice l’ha resa pubblica solo dieci giorni dopo.

Nato nel 1935 nella prefettura di Ehime, sull’isola di Shikoku, Oe ha iniziato a scrivere ancora studente di letteratura francese all’Università di Tokyo. Non molto tempo dopo la laurea, nel 1957, pubblicò L’animale da allevamento, un racconto su un aviatore afroamericano catturato dagli abitanti di un villaggio rurale giapponese nei giorni finali della guerra. Il romanzo vinse il prestigioso Premio Akutagawa e fu trasformato in un film nel 1961 da Nagisa Oshima, autore della Nouvelle Vague giapponese. Nel 2011 è stato invece il cambogiano Rithy Panh ad adattare lo stesso libro in Gibier d’élevage (nelle foto).

Trovato il successo e lanciata la sua carriera, Oe ha fatto della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze un tema centrale dei suoi scritti successivi. Oltre a scrivere un articolo sul bombardamento di Hiroshima con un forte taglio antibellico (un argomento su cui sarebbe tornato più volte, in particolare con Note su Hiroshima, in Italia pubblicato da Garzanti), ha criticato il governo imperiale, difendendo la posizione pacifista della costituzione giapponese.

Queste e altre posizioni lo hanno reso un avversario agli occhi dei conservatori, ma le sue idee sulla guerra e contro il nucleare non si sono mai ammorbidite. Nel 1994 ha rifiutato l’Ordine per la Cultura (onorificenza giapponese assegnata dall’Imperatore), sostenendo che “non riconosco alcun premio più alto della democrazia”. Contro il nucelare, Oe ha scritto in seguito al terremoto e allo tsunami dell’11 marzo 2011, causa del terribile incidente alla centrale di Fukushima, sostenendo dalle colonne del New Yorker l’importanza di rinunciare all’atomica.

I romanzi che lo hanno portato alla ribalta internazionale sono stati Il pianto silenzioso Un’esisteza tranquilla, entrambi editi da Garzanti. Dall’ultimo, è stato tratto anche un film d’animazione giapponese, diretto da Juzo Itami, che di Oe è anche il cognato, oltre che amico di infanzia.

Punto di svolta nella sua vita personale è stata la nascita, nel 1963, di suo figlio Hikari, nato con gravi danni cerebrali. Lo scrittore ha poi romanzato l’esperienza sua e di sua moglie in un romanzo dal titolo fenogliano, Un’esperienza personale (pubblicato ancora da Garzanti). Oltre al romanzo, Oe è tornato più volte sulla sua esperienza di padre, in particolare in una famosa intervista al Guardian, in cui ha dichiarato che “mio figlio mi ha formato come scrittore e come essere umano”.

Dai suoi libri sono stati tratti inoltre altri due film giapponesi: Il falso studente, del 1961, di Yasuzo Masumura e La nostra epoca di Koreyoshi Kurahara, del 1959; nonché un corto angolano, Quem Faz Correr Quim di Mariano Bartolomeu. Potrebbe tornare inoltre a breve sul grande schermo con Upland, film in lavorazione con Sean Gullette alla regia, adattamento di Strappa il germoglio, spara al bambino.

Nel 1994 il Nobel, secondo giapponese a vincerlo dopo Yasunari Kawabata. Anche il quel caso, Oe non ha rinunciato alla critica verso il suo Paese, prendendo il titolo del discorso del suo predecessore, “Il mio bel Giappone”, lo cambiò in “Il mio ambiguo Giappone”. Un’ulteriore conferma dello spirito dialetticamente combattivo della sua letteratura.