Alberti e Birri, dialogo amoroso tra grandi vecchi del ‘900…

alberti-birri-hpPiù che un film è un colloquio amoroso fatto di musiche, canti, parole, immagini colorate. Il titolo è Rafael Alberti, ritratto del poeta. L’opera presentata per la prima volta nella versione italiana a cura dell’Aamod (archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico) era stata in mostra nel lontano 1984 a Venezia.

Ed è un grande merito averlo riportato alla ribalta. L’autore è  Fernando Birri regista cinematografico argentino, anche lui invitato alla proiezione romana (mercoledì 18 novembre ore 18, nella sede dell’Archivio in via Ostense 106, insieme a Cecilia Mangini, Stefano Rulli e lo stesso autore) e amico del grande poeta spagnolo. Ecco perché è possibile parlare di un dialogo amoroso tra due vecchi del 900. Rafael Alberti nasce il 28 ottobre 1902 a Puerto di Santa Maria,in Spagna, nello stesso luogo dove muore a  97 anni il 28 ottobre del 1999. Fernando Birri nasce a Santa Fe, in Argentina, il 13 marzo del 1925 e vive oggi a Roma dove già nel 1950 frequenta il Centro sperimentale di cinematografia per fondare più tardi un Laboratorio de Poeticas Cinematograficas.
Il suo “ritratto” del poeta è anche un viaggio in un epico pezzo di storia dell’America latina. Le immagini si intrecciano a filmati d’epoca e narrano della vittoria franchista, della guerra civile, fino alla caduta di Franco e la conquista della democrazia. Con Rafael che conduce le sue esperienze di vita e di produzione artistica, nonché di impegno come militante comunista,  tra Italia, Spagna, Argentina, Uruguay, Messico, Francia.

Il “ritratto” via via prende forma e ci mostra un personaggio poliedrico che inventa quella che chiama “liricografia”. Ovverosia la volontà di “dipingere la poesia col pennello della pittura”. Così assistiamo ad una carrellata impetuosa tra splendide immagini colorate e poesie interpretate, cantate, dallo stesso poeta-pittore, accompagnate da  impetuosi cori e ballate spagnole, ma anche italiane.

Perché una parte dell’esistenza di Alberti si svolge a Roma, anzi a Trastevere. Tutto s’intreccia nell’opera di Birri. Il poeta è anche un fervente militante e così ci offre sequenze straordinarie come nell’orazione per la morte di Dolores Ibarruri, lei che amava dire “voglio morire in piedi piuttosto che vivere inginocchiata”. Oppure nelle parole per la morte del suo compaesano andaluso Garcia Lorca, un poeta come lui ma diverso da lui, ucciso dai franchisti benché fosse un poeta “mite”. Un Rafael Alberti impetuoso, sanguigno, che confessa anche altri aspetti giocosi della sua vita, come quando da giovane trova un lavoro girando la provincia madrilena per vendere vino, costretto ad allegre sbornie quotidiane.
Tutto passa attraverso spezzoni di film, come quello dedicato a un lontano Don Chisciotte, o a riprese di cinegiornali spagnoli. E poi la sfilata di tutti quelli che con il protagonista hanno intrecciato incontri e rapporti. Un mondo di scrittori, poeti, intellettuali cineasti: Hemingway , Fellini, Mirò, Aragon, Picasso, Neruda, Siqueiros, Quasimodo,  De Falla… È il 900 che rivive con le sue passioni, le sue proposte. Roba per nostalgici? Può essere ma il  presente è forse un tempo migliore?