Gli anni Settanta di Lila e Lenù. Daniele Luchetti alla prova di Elena Ferrante

In onda dal 6 febbraio su Rai1 (ore 21.25) la terza stagione (HBO-RaiFiction) de “L’amica geniale”, dal bestseller “Storia di chi fugge e di chi resta”, terzo libro della quadrilogia di Elena Ferrante edita da Edizioni E/O. Dopo Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher subentra alla regia Daniele Luchetti. Firmano la sceneggiatura la stessa Elena Ferrante, con Francesco Piccolo, Laura Paolucci, Saverio Costanzo. Arrivano gli anni Settanta con i grandi conflitti sociali e le lotte per l’emancipazione femminile, mentre le due amiche-nemiche vedono le loro vite divarircarsi sempre più …

Rieccole, la bionda e la mora, perché era inevitabile che la saga di Elena Ferrante, chiunque si celi dietro il nome, continuasse in tv con la terza stagione de L’amica geniale certi che proseguirà ancora con una serie numero quattro come quattro sono i best seller da cui è tratta.

Tornano a partire da domenica 6 febbraio su Rai1  in prima serata e saranno quattro serate che decollano trainate dagli ascolti di Sanremo. Prodotta da Fandango e The Apartment in collaborazione con Rai fiction e HBO, questa volta a firmare la regia è Daniele Luchetti, tra i nomi d’autore del nostro cinema, di cui ricordiamo uno per tutti Mio fratello è figlio unico dal romanzo di Antonio Pennacchi Il fasciocomunista. Luchetti subentra a Saverio Costanzo che ha diretto la prima stagione e la seconda con Alice Rohrwacher. A firmare la sceneggiatura è la stessa Ferrante con Francesco Piccolo, Laura Paolucci, Saverio Costanzo.

Il titolo riprende l’omonimo romanzo: Storia di chi fugge e di chi resta e segue le vicende delle due protagoniste, Lila (Gaia Girace) e Elena o Lenù (Margherita Mazzucco) che ormai sono diventate grandi e che continuano a attrarsi e respingersi secondo una dinamica vecchia quanto il mondo, sintetizzata nell’ eterno “né con te né senza te posso vivere” di catulliana memoria. (Per inciso, in questa terza serie sono state mantenute, lievissimamente truccate, le stesse attrici destinate però, ovviamente, ad essere sostituite nella prossima serie quando saranno diventate irrimediabilmente anziane).

Le due amiche-nemiche per la vita hanno cominciato a incrociare i loro destini a Napoli sui banchi di scuola, negli Anni Cinquanta, e continuano adesso, venti e passa anni dopo, ormai in pieni Anni Settanta. Anni duri, anni di conflitti sociali forti sfociati drammaticamente nel buio degli anni di piombo, che vedono le vite delle due protagoniste ormai divaricate fra chi, Lila, è rimasta, è rimasta nella Napoli dove vive la condizione del proletariato e Lenù che se ne è andata ed è riuscita a inserirsi nel processo di emancipazione anche femminile, proprio di una piccola borghesia che è stata capace di beneficiare di un ascensore sociale in quegli anni ancora funzionante.

Due bambine diventate prima adolescenti e ormai giovani donne. Due tipi. Una mora e una bionda. Una che odora di Sud, di passioni violente. Una bionda che invece incarna la calma, sempre comprensiva, occhiali da prima della classe, colori e lineamenti più da nord Europa. Come una spider e una familiare. Un po’ Rossella e Melania, tanto per citare l’intramontabile Via col vento. Lila si è sposata a 16 anni, è quella rimasta, ha un figlio, ha lasciato il marito e l’agiatezza e sgobba duramente come tutti gli operai. Quella che è partita ha lasciato il rione. È andata a studiare niente di meno che alla Normale di Pisa ed è finita a Firenze per sposarsi. Nel frattempo ha anche scritto un libro di successo e ormai vive in un ambiente colto e gode dei benefici di una vita agiata.

Ma entrambe si portano nel cuore quel loro piccolo mondo antico dove la vita era un gioco e i loro giochi, le loro liti, i loro abbracci già contenevano in nuce quello che sarebbe stato il vero svolgersi delle loro vite.
Cambiano i fondali. Cambia il contesto. La Napoli degli anni Settanta, vista nel realismo descrittivo di Luchetti, è stata investita dalla crescita caotica dei Sessanta e mostra tutte le profonde diseguaglianze che hanno travolto il mondo di ieri in fondo più omogeneo, pur nella sua povertà dominante. Macchine, traffico, nuovi palazzoni, periferie cresciute nel caos e nella speculazione. Lila vive questa trasformazione ma non si fa abbagliare dai luccichii di un benessere facile che avrebbe un costo per lei in sopportabile.

E bisogna riconoscere alla brava Gaia Girace una capacità estrema nel tradurre i suoi sentimenti, il suo orgoglio, la sua determinazione, in sguardi fulminanti, in leggere increspature delle labbra che valgono le migliori pagine scritte. E anche se qualche volta appare perfino troppo brusca, descrive perfettamente una donna ormai uscita definitivamente da una condizione di sottomissione. Non è una eroina solitaria. Il 68 non è passato invano. La rivoluzione rosa ha segnato la società anche negli strati popolari che non hanno calcato le aule universitarie. Ma insomma le giovani donne di oggi possono facilmente considerare Lila una loro antesignana.

Chi è partita, Elena, ha cambiato vita, ambienti, orizzonti professionali e di vita. Scopre da studentessa la bellezza delle geometrie perfette della Piazza dei miracoli a Pisa. Scopre il fascino eterno della Firenze rinascimentale. Scopre la difficoltà dello scrivere, la fatica del lavoro intellettuale. E Margherita Mazzucco è altrettanto brava quanto Gaia Girace, nel delineare la crescita umana e intellettuale del suo personaggio che cambia senza tuttavia perdere la cifra iniziale.

Quella di Elena, quella di chi parte, è stata ed è la storia di tanti, troppi giovani che hanno lasciato e lasciano il Sud e che hanno fatto fortuna dove “il pane è caldo”, come cantava la tristezza di Sergio Endrigo che di quella emigrazione col suo Il treno che viene dal sud fece una sintesi rimasta nella storia delle migrazioni interne dal Sud verso il Nord a partire dagli anni Sessanta, all’altezza di Rocco e i suoi fratelli.

Ma Lila e Lenù non si perdono mai di vista. Amore e odio (?) continuano ad alternarsi. Attrazione e repulsione segnano i vari episodi. Ma sappiamo che il loro legame resterà un punto fermo e sarà istruttivo vedere lo snodo dell’intera serie. Sapendo anche che le due attrici, hanno spiegato nella conferenza stampa di presentazione, per dare maggiore credibilità alla loro recitazione, hanno evitato di frequentarsi fuori dal set. E meno che meno sono diventate amiche.