Aspettando Bookciak, Azione! 2019. Cominciamo dai libri: viaggio nel corpo di una donna
In attesa di Bookciak, Azione! 2019 (la premiazione il 27 agosto alle Giornate degli Autori veneziane) presentiamo uno dei quattro libri che faranno da traccia ai bookciak. È “La memoria nel corpo”, raccolta di poesie di Antonella Sica. Poche decine di brevi liriche taglienti e corrosive al punto che talvolta sembrano attaccarsi alla pelle. Attraverso il corpo ci fa viaggiare tra i ricordi…
Quando non scrive poesia Antonella Sica lavora con le immagini. Il mestiere di regista e organizzatrice di festival cinematografici le ha regalato una concretezza, una forza nel rappresentare le scene che crea anche con le parole, che le hanno permesso di vincere il concorso di poesia Città di Milano e di vedere pubblicata la sua seconda raccolta lirica dalla casa editrice Rayuela.
La memoria nel corpo, il titolo del libro oltre che di una lirica, raccoglie poche decine di brevi poesie taglienti e corrosive al punto che talvolta sembrano attaccarsi alla pelle. La memoria del corpo è anche un modo fisico di arrivare al sentire, e Antonella Sica sembra averci lavorato parecchio.
Seduta su una sedia, dove usava stare la madre, al buio, sente “il peso dei tuoi desideri mai nati”. È attraverso il corpo che questo libro di poesie ci fa viaggiare tra i ricordi.
Ci sono immagini dell’infanzia così immediate che mentre si legge risalgono alla mente persino i sapori e gli odori. In una scrive “Scivolo bambina sul tuo respiro” e quasi la vedi quella piccola, mentre viene presa in braccio, sfiorare con la faccia e con tutti i sensi il respiro del padre.
In un’altra poesia, Cavie, le parole sono paragonate a topi di laboratorio, instancabili, voraci e senza speranza. In ero una bambina dei fiori gialli hanno due alternative: “una vita ostinata di stenti” o della fine delle “lucciole al fuoco del giorno”, in Bicchieri rotti, pare di sentire in bocca il sapore dolce del sangue, dopo che un vetro si sbriciola tra i denti.
Scriveva un critico russo che la poesia, al contrario del linguaggio corrente, è ambigua perché più è potente e più sensi riesce a dare a ogni parola; qui quel che resta al di la delle immagini taglienti è uno spietato senso di inquietudine.
La prefazione è di Maria Lanese, un’altra donna dalle mille vite, psicanalista, cantante, poetessa, politica.
Carla Chelo
Giornalista. Ha lavorato sia all'Unità che al settimanale Diario che in tv (Mediaset). Ha scritto un paio di libri insieme a un'amica dal nome impronunciabile, Alice Werblowsky.
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