Béla Tarr ai giovani filmmaker: “Non bussate alla porta del cinema, sfondatela”

Giornata nel segno di Béla Tarr al Sardinia Film Festival. Il grande regista ungherese protagonista di una master class si è raccontato al pubblico e ai tanti giovani presenti. Un racconto fiume della sua vita e del suo cinema, proprio come i suoi film, molti ispirati dalla letteratura di László Krasznahorkai, suo complice prediletto…

«Non scendete a compromessi, siate sempre coraggiosi e autentici e non limitatevi a bussare alla porta del cinema: sfondatela». Béla Tarr, il grande regista ungherese di Satantango (dall’omonimo romanzo dello scrittore ungherese László Krasznahorkai suo complice in molti film), celebre per le sue opere fiume, si è rivolto così alla platea del Sardinia Film Festival, in corso ad Alghero (dal 26 giugno al primo luglio 2017) sotto la direzione di Carlo Dessì e del presidente Angelo Tantaro.

“Quando ho iniziato a fare cinema, all’età di ventidue anni”, ha spiegato l’autore rivolgendosi al pubblico, soprattutto, di giovani, “mi sono accorto che tutto in questo mondo era falso, anche i sentimenti. Guardavo i film e vedevo che la realtà era completamente diversa rispetto a quella proposta nelle pellicole. Sentivo che la dignità umana veniva stuprata ogni giorno e, da allora, lo scopo del mio lavoro è stato quello di far rispettare la dignità umana. Un intendimento mai venuto meno».

Nella lunga serie di aneddoti Béla Tarr ha ricordato le difficoltà degli esordi, “la rabbia e la voglia di fare”, grazie alle quali ha potuto girare un film come Nido familiare (1977) in soli cinque giorni e con un badget equivalente a 5mila euro di oggi.

E a proposito del “suo” bianco e nero spiega: «Non ho più sopportato il colore fin dalla metà degli anni Ottanta, da quando le pellicole a colori sono state realizzate con un materiale diverso, che le ha rese a mio parere inguardabili».

L’impegno verso i giovani, poi, che si è intensificato soprattutto negli ultimi anni. Dopo il dichiarato ritiro dalle scene nel 2011, il regista si è dedicato a una factory che ha l’importante compito di mettere in relazione le nuove generazioni di cineasti con i “padri”.

Durante l’incontro con la stampa, Béla Tarr è stato affiancato dalla giornalista e scrittrice Judit Pintér, mentre nella masterclass, realizzata in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission e la Fondazione Meta, ha moderato Roberto Chiesi, responsabile della Fondazione Pier Paolo Pasolini e tra i coordinatori della Cineteca di Bologna.

La serata si è conclusa con la proiezione di uno dei suoi capolavori, Le armonie di Werckmeister (nelle foto), ispirato ancora una volta all’opera di László Krasznahorkai, il romanzo Melancolia della resistenza, onirica e folgorante fotografia del mondo in attesa dell’Apocalisse.

Béla Tarr ha ricevuto il Premio alla Carriera del Sardinia Film Festival.