“Il resto di niente”, la rivoluzione continua (in DVD)

Esce in DVD, dopo dodici anni, “Il resto di niente”, magnifico film di Antonietta De Lillo – dal romanzo storico di Enzo Striano – dedicato ad Eleonora Pimentel Fonseca, eroina della rivoluzione napoletana del 1799. Un film finito sul patibolo, insieme alla sua regista, a causa di un complicato destino…

Eleonora Pimentel Fonseca la rivoluzione, quella napoletana contro i Borboni, la fece nel 1799. Antonietta De Lillo nel raccontarla, adattando mirabilmente le pagine di Enzo Striano, la sua di rivoluzione l’ha fatta nel 2005 squarciando il dormiente panorama cinematografico italiano con Il resto di niente (da ora in DVD per CG Entertainment).

Un film premiatissimo (David e Nastri in quantità) e passato a Venezia che allora raccolse la critica in una sorta di coro osannante. Di fronte alla vicenda della nobile rivoluzionaria che pagò sul patibolo il sogno illuminista della felicità per tutti, in molti ritrovarono il cinema di Rossellini, Manoel de Oliveira e chi addirittura i tratti “commossi e raggelati” della pittura di Ingres (Marco Lodoli su Diario).

A dire, insomma, di un film – in abiti settecenteschi con la splendida interpretazione di Maria De Medeiros – a cui, probabilmente, deve molto anche il successivo cinema in costume di Mario Martone, ma che al dunque ha scontanto un complicato destino: per sè l’invisibilità e per la sua regista una tormentata vicenda giudiziaria.

Una storia di quelle tutte italiane, fatta di querele per diffamazione, carte bollate, avvocati, processi, ricorsi che, dopo più di dieci anni dai fatti (“l’invisibile” uscita in sala de Il resto di niente), assumono il carattere stesso della censura, se non addirittura le sembianze di un patibolo.

Certamente diverso da quello toccato a Eleonora Pimentel Fonseca, ma buono per “stroncare la carriera” a qualunque autore, contretto così all’ostracismo del palazzo (leggi finanziamenti pubblici negati) che, oramai in tempi di magra come i nostri, non desta neanche sorprese. Ma “stroncare” Antonietta De Lillo è difficile, converranno in molti.

Nonostante sia in “armi” da dieci anni per realizzare il suo nuovo film (anche qui corsi e ricorsi al Ministero), infatti, la sua Marechiaro produzioni si muove come un solido rimorchiatore nelle acque autarchiche del cinema italiano. Anzi, una sorta di zattera di Géricault che tira a bordo idee, nuovi format e sopratutto giovani filmmaker. Un piccolo grande esercito di resistenti, o rivoluzionari (nello sguardo e nel linguaggio, almeno) che sforna film partecipati (dopo Oggi insieme, domani anche si lavora su L’uomo e la bestia ) e nuove prospettive per un cinema, il nostro, sempre più afflitto dal conformismo.

Nel mezzo Antonietta De Lillo sforna i suoi doc – anch’essi autarchici – che la CG Entertainment sta distribuendo in DVD (si parte con La pazza della porta accanto su Alda Merini, si proseguirà con Let’s Go), un bel riconoscimento soprattutto per Il resto di niente che finalmente potrà incontrare il pubblico.

Ogni epoca, insomma, ha i suoi Borboni, e a ciascuno il suo modo per combatterli. Possibilmente senza finire sotto i forconi dei sanfedisti.