Dal fumetto al cinema. Jacques Audiard tra le storie minimaliste di Adrian Tomine
Sono in corso a Parigi le riprese di “Les Olympiades”, il nuovo film di Jacques Audiard ispirato al libro, “Morire in piedi” dell’americano Adrian Tomine, uno dei più interessanti autori di fumetti che confeziona brevi racconti grafici «minimalisti» e prestigiose copertine per il “New Yorker”. Tra Jonathan Franzen e Raymond Carver le storie di Tomine raccontano di vite comuni, di relazioni umane apparentemente banali ma tutt’altro che tranquille. Sarà interessante vedere come Audiard, a suo agio con le atmosfere e i toni tra action e thriller, le tradurrà sullo schermo …
Sono affascinato da «il modo in cui conclude le sue storie senza finirle, in un effetto di sospensione. Sono affascinato dai buchi che lascia nelle scatole». Parole di Jacques Audiard, spese per lodare i racconti a fumetti di Adrian Tomine.
Audiard è lo sceneggiatore e regista francese de Il profeta, Dheepan – Una nuova vita (Palma d’Oro a Cannes 2015), I fratelli Sisters; l’americano Adrian Tomine è uno dei più interessanti autori di fumetti (Sonnambulo, Summer Blonde, La solitudine del fumettista errante) confeziona brevi racconti grafici «minimalisti» e prestigiose copertine per il New Yorker.
Ora li ritroviamo in coppia nel nuovo film che Jacques Audiard sta girando a Parigi, come ha anticipato Variety. S’intitola Les Olympiades (che è il nome di una parte del tredicesimo arrondissement parigino: un quartiere che sembra Manhattan); è ispirato al libro di Adrian Tomine, Killing and Dying (in Italia lo pubblica Rizzoli con il titolo, Morire in piedi); la sceneggiatura porta le firme di Léa Mysius e di Céline Sciamma; e producono Valérie Schermann e lo stesso Audiard.
Sarà interessante vedere come Audiard, a suo agio con le atmosfere e i toni tra action e thriller – oltre a Il profeta, a Sulle mie labbra, il regista francese ha diretto gli ultimi due movimentati episodi della quinta stagione della popolare serie tv, Le Bureau – Sotto copertura – tradurrà sullo schermo le atmosfere e lo stile di raccontare di Adrian Tomine.
Un minimalista – tra Jonathan Franzen e Raymond Carver si è detto – con i suoi racconti di vite comuni, di relazioni umane apparentemente banali ma tutt’altro che tranquille. Minimalista nel segno (con un debito dichiarato verso il mangaka Yoshihiro Tatsumi): elementare, piatto, ora sinuoso ora scarno e secco, sparso in vignette piccolissime (anche una ventina per pagina, proprio come in Morire in piedi, che dà il titolo alla raccolta); massimalista invece – se si può dire – nei dialoghi che scavano fitti nelle coscienze con gli «attori» inquadrati a confronto come in campo e controcampo o, graficamente parlando, come nelle tessere di un mosaico.
Piccole scatole con dei buchi in fondo, storie senza finale, sconnesse tra di loro ma unificate da un comune mood di fondo, quelle del fumettista statunitense (classe 1974). Jacques Audiard (1952), però, va oltre e mette insieme tre storie scritte e disegnate da Tomine (Amber Swift, Killing and Dying, Hawaian Getaway), le collega, e le fa attraversare dai suoi attori facendo incontrare e scontrare le loro relazioni, anche sessuali: Émilie che incontra Camille che è attratta da Nora che incrocia Amber… A interpretare le vite confuse delle protagoniste sono Lucie Zhang, Makita Samba, Noémie Merlant, Jehnny Beth.
In attesa del film, uscita prevista nella primavera del 2021, andatevi a leggere i libri di Adrian Tomine. Ne vale la pena.
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