Frammenti di triangoli amorosi. Nella Parigi “bobo” di Louis Garrel
In sala (per Europictures), “L’uomo fedele”, opera seconda del celebre attore francese e figlio d’arte, Louis Garrel, scritta a quattro mani col grande Jean-Claude Carrière. La Parigi borghese dei quartieri del centro fa da sfondo a triangoli amorosi e infedeltà. Una storia molto moto francese e truffautiana …
Nel suo secondo lungometraggio da regista, l’attore Louis Garrel abbraccia pienamente un genere molto francese e gira un film in stile nouvelle vague. Scrive la sceneggiatura insieme a Jean-Claude Carrière, il famoso scittore e sceneggiatore di gusto surreale che ha lavorato con Luis Buñuel. In una certa misura il protagonista Abel (interpretato dallo stesso Garrel) ricorda un po’ Antoine Doinel, interpretato da Jean-Pierre Leaud, l’attore feticcio di François Truffaut e, guarda-caso, padrino di Louis Garrel.
Il film è tutto girato nella piccola porzione di un quartiere centrale parigino. I luoghi sono i fondali delle scene, dove i dialoghi sono ridotti al limite dell’essenziale: la casa di Marianne (interpretata da Laetitia Casta), la casa di Eve (interpretata da Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis), il cimitero, la scuola.
Quattro sono i personaggi de L’uomo fedele (il film non deve essere costato molto) che descrivono amori e infedeltà. Anche le tematiche trattate sono truffautiane: il desiderio di un amore è sempre il più importante e intenso godimento e quando si sta insieme a qualcuno si desidera sempre un altro. Abel è da sempre innamorato di Marianne, Eve è da sempre innamorata di Abel.
Il film si apre mostrando Abel e Marianne che vivono insieme, quando Marianne scopre di essere incinta di Paul, amico di Abel, con il quale andava a letto da un anno. Lui sembra quasi non reagire al duro colpo, di cui naturalmente non ne sapeva nulla, va via di casa e lascia la città.
Dopo nove anni, Abel è diventato giornalista televisivo e confeziona i suoi primi servizi (con la presenza simbolica di una telecamera). Paul muore di colpo nel suo letto e Abel torna a Parigi e va al suo funerale. Lì rincontra l’amata Marianne e anche Eve, la sorellina cresciuta di Paul. Il desiderio amoroso di Abel è rimasto costante, non sembra essersi affatto offuscato nonostante il tradimento di Marianne, quindi, dopo un paio di settimane, ricomincia la loro storia e lui si ritrasferisce nella casa dove aveva già vissuto anni prima.
Ciò costituisce uno strano triangolo amoroso in quanto l’altro non c’è. Invece c’è il figlio di Paul, Joseph (il delizioso Joseph Engel), un bambino che poiché si sente trascurato, inventa storie fantastiche (l’omicidio del padre da parte della madre, ad esempio) e s’impegna a fare il detective. Ma siamo sicuri che Joseph sia veramente figlio di Paul?
A questo punto entra in scena anche Eve, altro triangolo amoroso, che avendo amato Abel, segretamente e in silenzio, fin da piccola ha deciso di dichiararsi, sicura che Marianne non ne sia più veramente interessata. Le voci fuori campo dei personaggi, a turno, narrano la storia che va avanti tra varie piccole vicende che qui non voglio svelare.
Louis Garrel, che ricordiamo come interprete del disinvolto Theo nel film sul ’68 francese di Bernardo Bertolucci The Dreamers del 2003, è un figlio d’arte: il padre Philippe è regista, il nonno Maurice attore, la madre Brigitte Sy attrice. Inoltre il regista-attore ha avuto una relazione con l’attrice-regista Valeria Bruni Tedeschi dalle cui storie ha anche attinto. Ad esempio, le vicende amorose sono il microcosmo nel quale vivono i personaggi, avulsi da qualsiasi dimensione urbana e problematica sociale come nel recente film I villeggianti. Ne L’uomo fedele è anche sottolineato il fatto che la convivenza di per sé sembra uccidere l’amore poiché subentra la consuetudine e la noia.
Probabilmente Louis Garrel intendeva essere critico di un mondo borghese e lo ha fatto adottando uno stile narrativo molto convenzionale, in tutti i casi, il film è garbato e ha il merito di non durare più del dovuto.
Ghisi Grütter
Architetto e Professore Associato di "Disegno", fa parte del Dipartimento di
Architettura dell'Università Roma Tre. Autrice di numerosi libri e saggi, tiene la rubrica "Disegno e immagine" nella rivista on line
"Ticonzero" e scrive nella sezione micro-critiche di "DeA Donne e Altri".
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