Fritz Bauer, il “disobbediente” che incastrò Eichmann
In sala dal 28 aprile (con Cinema di Valerio De Paolis) il film super candidato agli Oscar tedeschi dedicato all’eroico procuratore di Francoforte che, per consegnare il criminale nazista alla giustizia, si vide costretto a violare le leggi. E battersi contro uno stato omertoso e desideroso di cancellare in fretta gli orrori della storia …
Ci sono circostanze in cui le Leggi degli uomini sono inservibili, anzi perfino d’ostacolo, a perseguire un senso alto della giustizia. Per questo Antigone disubbidisce al tiranno di Tebe, per questo Fritz Bauer trasgredisce gli angusti recinti imposti da una Germania che ha fretta di archiviare la tragedia del nazismo.
I fatti, raccontati su un registro da thriller (un docuthriller?) da Lars Kraume, il regista italo tedesco e cosceneggiatore di Lo stato contro Fritz Bauer con Olivier Guez, sono realmente accaduti nel 1957.
Fritz Bauer, procuratore generale di Francoforte interpretato da uno strabiliante Burghart Klaussner, scopre che Adolf Eichmann, un tenente colonnello nazista responsabile del trasferimento degli ebrei nei campi di concentramento, si trova in Argentina sotto falso nome.
Bauer è fortemente determinato a far catturare e processare in Germania il criminale nazista, ma si trova contro il muro di omertà costruito dai burocrati di stato e dalla polizia federale tedesca fra le cui fila molto spesso si trovano uomini del passato regime. È la coda velenosa di una feroce dittatura, di una cieca fede mistica che aveva impregnato di se tutta la società e che il popolo tedesco preferisce dimenticare.
Quanto più Bauer si avvicina all’obbiettivo tanto più l’omertà si trasforma in ostilità aperta. Viene minacciato, ostacolato in tutti i modi, perfino screditato in quanto ebreo e omosessuale: nella Germania del 1957 l’omosessualità era un reato punito con il carcere, cosa che peserà non poco nello svilupparsi degli eventi.
Dunque Bauer si risolve, nonostante la scelta sia alquanto sofferta, a chiedere aiuto al Mossad, il servizio di intelligence israeliano, esponendo così se stesso e il suo giovane collega all’accusa di alto tradimento.
Il film descrive con minuzia di particolari le ragioni profonde della scelta di Bauer, ne analizza tutte le sfumature e pone in assoluta evidenza le necessità profonde di quella trasgressione. Sarebbe stato impossibile catturare Eichmann in modo diverso, e il profondo senso di giustizia di Bauer gli impedisce categoricamente di rinunciare.
Lo stato contro Friz Bauer oltre che una denuncia del clima politico e culturale di quegli anni, è una lucida riflessione sui limiti della Legge, sulla necessità storica della disobbedienza quando sono in gioco valori profondi e inalienabili di fronte ai quali nessuno può sottrarsi alle proprie responsabilità.
Fritz Bauer mette pericolosamente in gioco se stesso non solo per consegnare un criminale nazista alla giustizia, ma anche e forse soprattutto, perché la Germania, i giovani tedeschi, prendano atto del loro passato e lo rielaborino criticamente. Solo un atto di autocoscienza collettivo è la premessa di un futuro accettabilmente pacifico, e questo, oggi lo sappiamo bene, non riguarda solo la Germania.
24 Ottobre 2018
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