Il giorno della marmotta della giovane Sam
In sala dal 19 luglio (per Eagle Pictures) “Prima di domani”, film della regista Ry Russo-Young, ispirato al romanzo per ragazzi di Lauren Oliver, ripubblicato in Italia da Piemme. Teen-movie sulle tracce di “Ricomincio da capo” in cui a rivivere all’infinito il “giorno della marmotta” è una liceale che vive al confine tra Canada e Stati Uniti. Ma i personaggi sono stereotipati e le scene di vita non hanno la forza per lievitare…
Cosa succederebbe se oggi fosse l’ultimo giorno per il resto della tua vita, e ogni mattina ti svegliassi alla medesima ora per ripercorrere tutta la giornata fino al momento fatidico?
Da questa domanda esistenziale e paradossale, che ha dato origine al romanzo per adolescenti di Lauren Oliver, E finalmente ti dirò addio (ripubblicato ora da Piemme con lo stesso titotolo del film), trae spunto il film Prima di domani, diretto dalla regista Ry Russo-Young, distribuito da Eagle Pictures e nelle sale con aria condizionata dal prossimo 19 luglio.
Diciamo subito che lo spunto non è particolarmente originale, dato che su questo tema si sono già misurati molti registi e sceneggiatori a corto di idee: da Groundhog Day (Ricomincio da capo) di Harold Ramis con Bill Murray (1993) a È già ieri (2004) di Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, da Io vengo ogni giorno (Premature) di Dan Beers con Alan Tudyk (2014) a Edge of Tomorrow (Senza domani) di Doug Liman con Tom Cruise (2014), per non parlare di episodi analoghi nella saga di Star Trek: The next generation (quinta stagione), in quella di X files (Monday) (sesta stagione) e in quella di Doctor Who (Heaven sent) (nona stagione). Persino nell’episodio L’incubo di Natale del film d’animazione Topolino e la magia del Natale (1999), Qui, Quo e Qua sono costretti a rivivere all’infinito il giorno di Natale per la delizia dei bambini del mondo.
Ciononostante l’idea di base poteva sempre servire a costruire un film di qualche interesse, tanto più che – come nel nostro caso – la protagonista è in grado di costruirsi e cambiare a piacimento il corso delle cose, imponendo il proprio libero arbitrio e facendo trionfare alla fine il bene sul male, o viceversa, sulla circolarità della vita.
La giovane Sam (Zoey Dutch), brava anche se fotogenica un po’ a fasi alterne, frequenta l’ultimo anno di liceo in una cittadina al confine tra Canada e Stati Uniti (il film ha cambiato la location del libro, trasferendola dal Connecticut alla regione montuosa e selvaggia chiamata Cascadia, vicino a Vancouver).
La giornata di Sam scorre veloce tra scuola, famiglia, fidanzatino e amiche con cui fantasticare sull’imminente perdita della verginità. Finché un episodio imprevisto rompe l’incantesimo. Da quel momento Sam sarà costretta a risvegliarsi ogni mattina come se tutto dovesse ancora succedere, nella consapevolezza però che all’ora prestabilita ricomincerà la giornata da capo.
Compare nel film un personaggio inquietante, una ragazza fuori registro che catalizza su di sé l’odio dei coetanei, la paura della diversità e il conformismo della provincia. Il che potrebbe indirizzare la storia verso sentieri più impegnativi e imprevedibili, per quanto il cinema americano abbia costruito sulla diversità una specie di archetipo (L’invasione degli ultracorpi, Alien, ma qui il riferimento “alto” è caso mai Il giardino delle vergini suicide).
Il fatto è che il film sceglie la strada più facile, riportando tutto a livello di un semplice ammiccamento giovanilistico, con personaggi stereotipati e scene di vita che non hanno la forza per lievitare, né per lanciare messaggi subliminali o assurgere a una dimensione più universale, in grado di oltrepassare i confini dell’American way of life.
Dunque alla fine resta ben poco. Da segnalare, forse, il ritorno sulle scene di un’intensa Jennifer Beals e la buona prova di un attore emergente, quel Kent McFuller che porta in dote al film una faccia e un’espressività diverse dal solito.
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