Gridalo forte. La voce di Masih per tutte le donne che lottano contro l’oscurantismo
In sala dal 7 marzo (per Tucker Film) “Be my voice” della regista iraniana naturalizzata svedese Nahid Persson. È il racconto in presa diretta della storia di Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana esiliata negli Usa e divenuta voce delle donne che lottano per l’emancipazione e contro l’oscurantismo politico e religioso. L’impegno quotidiano di una donna di un’umanità viscerale, sempre in biblico tra gioia e disperazione …
Ecco un esempio di utilizzo dei social non solo efficace, pur con tutte le controindicazioni (leggasi insulti) del caso, ma addirittura rivoluzionario, come già è avvenuto e ancora avviene in aree del mondo che non fanno parte dello stanco e muto occidente.
Parliamo del documentario Be my voice della regista iraniana naturalizzata svedese Nahid Persson, distribuito nelle nostre sale dal 7 marzo – vigilia della giornata delle donne – dalla Tucker Film insieme al Pordenone Docs Festival-Le voci del documentario, dove ha vinto il premio del pubblico 2021.
Il film narra in presa diretta la storia di Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana divenuta voce delle donne che lottano per l’emancipazione e contro l’oscurantismo politico e religioso. Una voce che urla la sua rabbia dall’esilio negli Stati Uniti, dove lei vive dopo essere stata ridotta al silenzio e costretta a fuggire dal suo paese.
In Iran era una giornalista popolare ma invisa al regime, impegnata nella denuncia degli orrori e delle continue violazioni dei diritti umani. Era anche portabandiera della lotta contro l’uso obbligatorio dello hijab, il velo che nasconde i capelli femminili agli occhi degli uomini ma è soprattutto simbolo di oppressione, di uso distorto della Sharìa.
Oggi Masih, soprattutto attraverso l’uso di Instagram (dove è seguita da 6 milioni di persone), è un punto di riferimento per le donne iraniane che resistono e che le chiedono di non tornare per evitare di essere arrestata, vanificando così la sua testimonianza.
Quanto il suo ruolo sia fondamentale è confermato dalle drammatiche immagini delle rivolte contro il caro benzina del novembre 2019 che giungevano a Masih in diretta attraverso i social e che lei ha contribuito a far conoscere al resto del mondo.
Il film di Nahid Persson, girato in gran parte nell’abitazione di Masih a New York con l’aggiunta di immagini tratte da social e da filmati tv, illustra la dedizione, l’impegno quotidiano di una donna di un’umanità viscerale, sempre in biblico tra gioia e disperazione ma mai tentata dalla rinuncia nonostante la consapevolezza di avere messo a repentaglio gli affetti più cari (il fratello è stato condannato a 25 anni di carecre a causa del suo dichiarato appoggio alla sorella).
Be my voice ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International Italia ed è dedicato “a tutti i prigionieri politici iraniani che hanno sacrificato la vita per la libertà e a tutti gli iraniani che vivono in quella grande prigione chiamata Iran”.
14 Novembre 2020
Io leggo per gli altri (dalle carceri agli ospedali). Accorciare le distanze con le “Letture ad Alta Voce”
Il loro motto è "io leggo per gli altri". È quello che fanno quotidianamente i…
14 Marzo 2019
“Le invisibili” che vivono per strada. Dalla Francia la commedia sulle donne senza tetto
Aprirà i Rendez-Vous del cinema francese (dal 3 all'8 aprile) e poi uscirà nei…
5 Aprile 2022
Il lavoro, il corpo, la libertà. Le donne “tutteacasa” fanno cinema doc, l’8 aprile a Roma
Appuntamento al Cinema Aquila di Roma l'8 aprile con "Tutteacasa" film…