I tre italiani (internazionali) di Venezia 75. Tra storia, politica e letteratura
Svelato il cartellone di Venezia 75, con Guadagnino, Martone e Minervini in concorso. Tanti big internazionali, come sempre, dai fratelli Coen a Cuaron, da Kusturica a Wiseman. Buona letteratura con la Ferrante, Pessoa e Zerocalcare. Mentre il caso Cucchi apre Orizzonti (e poi in sala e su Netflix il 12 settembre) e tra le chicche, “Arrivederci Saigon” di Wilma Labate. Mentre fuori dal cinema The Space di Roma che accoglie la presentazione stampa, va in scena la protesta dei lavoratori contro i licenziamenti …
Luca Guadagnino, Mario Martone, Roberto Minervini. Dopo la pessima scelta degli italiani in concorso dell’edizione 74 di Venezia, Alberto Barbera per la 75esima (dal 29 agosto all’8 settembre) punta sul sicuro con tre autori acclamati e internazionali.
Luca Guadagnino reduce dalle glorie di Chiamami col tuo nome, sarà in corsa per il Leone d’oro con l’atteso remake di Suspiria; Mario Martone con Capri-Revolution, sulla comunità di artisti e rivoluzionari che all’inizio del ‘900 si radurano sull’isola capana (già narrata nel bel doc di Raffaele Brunetti, L’ altra Rivoluzione, Gorkij e Lenin a Capri); l'”americano” Roberto Minervini con Che fare quando il mondo è in fiamme, nuova incursione tra le piaghe dell’America più profonda, alle radici del razzismo mai sopito.
Almeno sulla carta, insomma, quest’anno la pattuglia italiana del concorso sarà più “attrezzata” (di quella Pallaoro, Virzì, Riso, Manetti) alla sfida coi big della cinematografia internazionale, in rotta sul Lido tra appena un mese.
E sì perché ci saranno un po’ tutti: i fratelli Coen con un western canterino (The Ballad of Buster Scruggs), il premio Oscar ungherese, László Nemes, con un affresco sull’Europa alla vigilia della Grande Guerra (Sunset), il messicano Alfonso Cuaron con l’autobiografico, Roma, Olivier Assayas con una riflessione sul mondo dell’editoria nell’era dei social (Doubles vies), il greco Yorgos Lanthimos (The Favourite), il decano del cinema britannico Mike Leigh (Peterloo). E ancora in ordine sparso, per sezioni varie, Zhang Yimou, Tsai Ming-Liang, Amos Gitai, due giganti del documentario come Frederick Wiseman ed Errol Morris e pure Emir Kusturica col doc sul presidente guerrigliero dell’Uruguai, Pepe Mujica che arriverà alla Mostra. Mentre ad aprire la sezione Orizzonti sarà il film su Stefano Cucchi, Sulla mia pelle di Alessio Cremonini che uscirà il 12 settembre in contemporanea su Netflix e in sala per Lucky Red.
Sul fronte letterario – che più ci interessa – si comincia già in apertura, come annunciato, con Il primo uomo, nuovo atteso film di Damien Chazelle dedicato a Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna. Con Ryan Gosling nei panni dell’astronauta, il film è tratto dall’omonimo romanzo dello storico americano James R. Hansen.
Sempre in concorso, il francese Jacques Audiard si cimenta col western-comico, The Sisters Brothers, dal romanzo Arrivano i Sisters di Patrick Dewitt. L’attesa serie dalla Ferrante, L’amica geniale per la regia di Saverio Costanzo avrà l’anteprima mondiale al Lido delle prime due puntate, come fu per The Young Pope di Sorrentino. Dall’omonimo racconto di Fernando Pessoa, invece, è tratto Il banchiere anarchico di e con Giulio Base. Mentre Emanuele Scaringi è in concorso in Orizzonti, con la trasposizione in “carne ed ossa” dal “graphic novel fenomeno editoriale” di Zerocalcare, La profezia dell’armadillo. E ancora, dagli scritti intimi e privati di Angela Ricci Lucchi, prende le mosse, Il diario di Angela -Noi due cineasti, omaggio all’artista e alla compagna di una vita che Yervant Gianikian firma in suo ricordo.
Tra le chicche del programma 2018 segnaliamo, infine, Arrivederci Saigon di Wilma Labate che porta alla Mostra l’incredibile storia vera de Le Stars, band di ragazze di provincia che, nella Toscana rossa del Sessantotto, finisce a suonare nella parte “sbagliata” del Vietnam per le truppe Usa, dovendo subire anche il “processo politico” al loro ritorno a casa.
Del resto di politica e storia se ne trovano tante scorrendo il programma della Mostra. “Tanti film – sottolinea il direttore Alberto Barbera – affrontano temi storici che sembrano parlare del passato e invece raccontano il presente”. Di quello dei tagli e dei licenziamenti che avvengono proprio lì davanti ai nostri occhi, però, alla presentazione stampa del cartellone di Venezia 75 non se ne accorge nessuno. Siamo nella multisala The Space -Moderno di Roma dove i lavoratori lottano da mesi contro i licenziamenti. Sono venuti da tutta Italia per manifestare contro la multinazionale che proprio l’altro giorno ha mandato a casa quattro impiegati a Livorno, senza preavviso. E questo non è un film.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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