“Il caos dopo di te”. La Spagna alla conquista della serialità, tra thriller e telenovela

Tra i titoli più visti di Netflix, “Il caos dopo di te” (“El Desorden Que Dejas”) la nuova serie tratta dal romanzo del 2016 dello scrittore spagnolo di successo Carlos Montero, già ideatore della fortunatissima “Elite”. Un mistery drama nella provincia spagnola, ambientato nuovamente in un liceo, che affronta i temi del revenge porn e del cyberbullismo, stavolta per il pubblico più adulto. Un thriller ibridato con la telenovela che non convince del tutto, ma segna comunque per la Spagna una nuova tappa nella conquista della serialità …

La Spagna continua a inanellare successi in ambito seriale. Dopo il clamore de La casa di carta, Vis a Vis o il londoniano I favoriti di Mida , si torna a parlare di serie spagnole grazie a Carlos Montero, già ideatore di uno dei grandi successi delle passate stagioni: Elite.

Lo scrittore, dopo il trionfo del teen drama ambientato nel liceo più esclusivo di Madrid, torna tra i banchi di scuola con Il caos dopo di te, ispirata al suo omonimo romanzo (inedito in Italia, Il desorden que dejas) qui riassunto in 8 puntate (sua è anche la regia) che stanno già spopolando su Netflix (è nella top10 dei contenuti più visti in diversi paesi, tra cui il nostro).

I punti di contatto con Elite, però, sono soltanto apparenti. Ritroviamo uno dei protagonisti, il giovane Aron Piper, l’ambientazione e l’incipit della storia, con un liceo che diventa sfondo del presunto suicidio di una professoressa di lettere, Viruca (Barbara Lennie), al posto dell’omicidio di una studentessa. Ma le similitudini finiscono qui.

Il caos dopo di te, abbandona presto i codici del teen movie per assumere via via le tinte fosche di un thriller a tensione crescente, in cui i protagonisti non sono adolescenti disfunzionali, ma due professoresse, inserite in una trama a montaggio parallelo che si ricongiunge nell’ultima puntata.

La storia si muove infatti su due piani temporali: nel presente troviamo Raquel (Inma Cuesta), una supplente di lettere che si è trasferita nella città natale del marito per sostituire la precedente professoressa, apparentemente suicida, e tentare di raddrizzare il suo matrimonio in crisi.

Nel passato c’è invece Viruca, un’ insegnante adorata dai suoi studenti, che però, dietro una facciata del tutto normale, nasconde ben più di un segreto, e forse non è solo una vittima come potrebbe apparire.

Ad unire le due storie, una fitta rete di ricatti, tradimenti, ritorsioni, che finiscono per trasformare il piccolo paese (immaginario) di Novariz in Galizia in una Sodoma in cui nessuno è senza peccato, portando lo spettatore a diffidare di tutti.

Raquel, fin dal suo arrivo in città diventa bersaglio di una serie di intimidazioni e molestie che sembrano farle ripercorrere i passi della professoressa suicida. Toccherà a lei indagare i motivi che hanno portato alla morte della prof che l’ha preceduta, tormentata da una serie di fantasmi che assillano i suoi incubi: dal lutto mai elaborato per la madre morta, ai sensi di colpa nei confronti del marito, fino al fantasma di Viruca, che segue la nuova professoressa nelle sue indagini, ossessionandola sempre più in una escalation angosciante che finirà per mettere in luce i legami segreti all’interno della cittadina.

Gli ingredienti per il successo ci sono tutti. Compresi i temi d’attualità come revenge porn, cyberbullismo e furto d’identità. Proposti tra l’altro da un punto di vista originale: ad essere oggetto di tutto ciò per una volta sono i professori, con gli studenti a fare da carnefici. E in perfetta sintonia con la la linea editoriale Netflix sono anche i caratteri “diversificati” degli stessi ragazzi: la pupilla della prof, Nerea, scrittrice in erba e attivista anti-patriarcato. Iago, bullo col padre violento, che in realtà ha un cuore d’oro, e Roi, il suo migliore amico, segretamente innamorato di lui. C’è la saggia amica trans di Raquel, Teresa, e il marito German, scrittore fallito e cocainomane. Oltre a due antagonisti da manuale: l’imprenditore corrotto e il ricco rampollo pervertito.

Ma è forse proprio questo tentativo di stare sul pezzo a tutti i costi, ricalcando l’attualità, che rende inverosimile il tutto, disorientando a tratti lo spettatore che non sa bene con chi immedesimarsi. Gli adolescenti sono aggressivi e criminali (tormentano le due professoresse con una ferocia immotivata salvo poi innamorarsene, della prima) ed è difficile empatizzare anche con le due protagoniste, immerse in una tensione costante che le rende perennemente inquiete.

L’ambientazione, poi, è a tratti surreale: una Spagna di provincia ultramoderna, nonostante si faccia riferimento all’estrema povertà della regione, in cui le professoresse di lettere guidano Audi, vivono in casali con piscine e arredamento di design, e le scuole somigliano a college privati americani.

Eppure Il caos dopo di te gode di un ben congegnato meccanismo di detection che tiene col fiato sospeso fino all’ultimo. Un ottimo intreccio, nonostante alle volte ristagni, inframezzato da sequenze che ricordano più una telenovela che non vero thriller: tra corna e contro-corna e mamme avide che se la prendono con i figli, alla Stephanie Forrester di Beautiful.

Anche la recitazione, del resto, sembra più consona al mondo delle soap. Montero spinge, infatti, sull’emozionalità dei suoi personaggi, tenendoli su di giri e puntando volentieri al melodramma. Senza mai un sorriso o un momento di sollievo comico. Fatto sta che il thriller ibridato con la telenovela piace (cos’altro sono I Soprano, del resto?) e potrebbe essere la strada anche per la nostra serialità ancora in cerca di fortuna.