L’altro Sessantotto. I suicidi nell’adolescenza raccontati da Olmi. Ritrovato

È “Il tentato suicidio nell’adolescenza”, prezioso docufilm d’epoca di Ermanno Olmi, ritrovato e passato come evento speciale alle Giornate degli Autori. Un racconto dell’altro Sessantotto, quello che affonda nel disagio giovanile di qugli anni cruciali, raccontati all’interno di un reparto psichiatrico d’urgenza presso il Policlinico di Milano, dove l’incidenza dei suicidi tra i ragazzi è molto alto…

A volte ritornano e aggiungiamo per fortuna. Questo film nascosto tra le pieghe del tempo e tra gli scaffali della Fondazione Luigi Micheletti di Brescia torna alla luce dopo cinquant’ anni dalla sua realizzazione.

Un giovane ma già eclettico Ermanno Olmi gira in 35 minuti un docufilm, Il tentato suicidio nell’adolescenza, di grande importanza storica, raccontando i primi pionieristici anni di attività di un reparto psichiatrico d’urgenza presso il Policlinico di Milano, una struttura sperimentale per l’epoca, diretta da un noto psichiatra, Carlo Lorenzo Cazzullo.

Un padiglione dedicato ai casi di emergenza per tentato suicidio, con una incidenza drammatica di adolescenti. Siamo negli anni ’60, meglio, nel Sessantottotto, tra rivolte studentesche, ribellioni e i giovani che, per la prima volta, si rivolgono al mondo intero spiegando: “ehi, noi ci siamo e vogliamo dire la nostra”.

Anni di lotte per far sentire le proprie voci, insomma, ma anche di profondo disagio giovanile. Èd è questo che analizza il film di Olmi. L’altro Sessantotto. Una discesa agli inferi della gioventù di quegli anni che, dati alla mano, si dimostra tra le più problematiche dei nostri tempi recenti.

La famiglia al centro dei maggiori cambiamenti, le problematiche legate all’infanzia, la spinta dalla campagna alle città, l’educazione scolastica. L’indagine si articola attraverso le varie tematiche, con piglio a tratti scientifico, cercando di illustrare e capire come e perché.

Olmi con grande semplicità, cerca di sposare insieme estetica e spirito divulgativo, dando vita a un piccolo gioiellino d’epoca che, di quell’epoca, ci offre un’attenta lettura. Indicando una strada per un cinema non più di commedia – dominante in quegli anni – ma piuttosto di introspezione e maggior penetrazione sociale. Un cinema che rompeva con la tradizione di evasione per essere un cinema di riflessione. E che ancora oggi non appare certo superato. Anzi.