Legge cinema, fuori i circoli dentro le sale parrocchiali
Escluse dal Fus le Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica, da sempre impegnate nella “promozione dal basso” del cinema di qualità. Mentre le sale parrocchiali…
Le Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica contro la nuova legge cinema. Non solo per le molte “criticità” già rilevate fin qui da più associazioni di settore (leggi l’intervento di Francesco Ranieri Martinotti dell’Anac) e addetti ai lavori (leggi l’intervento di Stefania Brai), ma anche per la loro esclusione dal Fus.
Come si legge nel loro comunicato, infatti, con la legge Franceschini, all’esame della commissione Cultura del Senato,“le Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica risultano escluse dal contributo specifico nell’ambito del Fus”, di cui hanno goduto fin qui insieme alla Biennale-Cinema, Istituto Luce- Cinecittà e alla Fondazione Centro Sperimentale Cinematografia, che continueranno ad usufruirne.
“È paradossale che uno Stato democratico, invece di favorire il pluralismo culturale delle Associazioni, riconosca solo la specificità autoreferenziale degli enti che controlla direttamente”, lamentano i portavoce dell’AANNCC.
Inoltre fanno notare, come un “emendamento” inserito all’ultimo momento, affianchi al paragrafo “specificatamente dedicato alle AANNCC anche norme che riguardano le sale ecclesiali (cioè religiose)” accomunandole, insomma, al lavoro svolto dai circoli. “Tale emendamento appiattisce l’attività di promozione dei circoli riducendola al mero esercizio cinematografico, confondendo, depotenziando e svilendo la specificità di tutto l’associazionismo nazionale nell’ambito della cultura cinematografica e della formazione del pubblico”.
“Era proprio necessario”- prosegue il comunicato- “confondere il sacro delle sale religiose con il profano delle Associazioni Nazionali? Ma queste sale non sono già beneficiarie dei premi del settore d’essai? Non sarebbe più corretto occuparsene nell’articolo dedicato alla Valorizzazione delle sale cinematografiche?”.
Da cinquant’anni, ormai, le Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica, sparse capillarmente in tutta Italia con i loro circoli, sostengono e promuovono il cinema di qualità, attraverso proiezioni, dibattiti, corsi, pubblicazioni editoriali, festival e rassegne. Rivolte anche e soprattutto ai giovani e alle scuole, proponendosi come prezioso strumento di formazione, ma anche distribuzione di quelle opere di qualità altrimenti tagliate fuori dai circuiti commerciali. Una “promozione dal basso”, dunque, il cui operato è stato riconosciuto e sostenuto fin qui dall’intervento pubblico, ma che ora con la nuova legge è messo in grave rischio.
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