Locarno/1: diario di una “intermittente” del cinema

Il festival svizzero visto da chi abitualmente sta “dietro” le quinte. Di chi lavora alla macchina produttiva, sul set,  tra operai, tecnici, artigiani. Le maestranze, insomma, “dimenticate” dalle cronache e dalle vetrine, ma fulcro stesso del fare cinema. Pensieri sparsi ed immagini…

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Spesso chi lavora in questo settore (maestranze, operai, artigiani, esecutori) non trova il tempo di andare al cinema o dedicare una serata ad un film, anche in visione casalinga. Al punto che, spesso, si ha quasi la sensazione di aver perso il senso stesso di questo lavoro. Assurdo, no?! Si lavora per la settima arte dimenticando quanto sia bello vedere il risultato finale. Che è poi l’unione dello sforzo collettivo delle tante donne e uomini indaffarati sul set. Dalla vetta più alta della creatività a chi esegue con devozione e fiducia quello che gli viene richiesto.

Un festival è come una bolla in cui lo spazio tempo si arresta, in cui ci si immerge di schermo in schermo.
In cui si incontrano persone sconosciute con cui scambiare battute sul film appena visto. E scoprire magari, che insieme, siamo rimasti colpiti da una battuta della protagonista (come in Olmo & the Seagull di Petra Costa e Lea Glob) che chiama “ruga dell’esigenza” proprio quel segno che pure noi abbiamo sulla fronte da un po’.

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Un festival è una bolla temporale in cui davanti alla magia dello schermo (quando il film è bello, s’intende) si condividono respiri, risate e pthatos con il vicino di posto.
In cui si incontrano amici “spariti” da 15 anni e che vivono qui e, tu guarda!,  anche loro lavorano nel cinema.
In cui in fila per le proiezioni ci sono anche montatori, attori, registi di altri film che non esitano un attimo a sottoporsi anche a lunghe attese per vedere i lavori degli altri.
In cui alle due di notte, mentre torni a casa stanca, ma come fatta di una droga salutare per l’energia sprigionata dai quattro film della giornata, incontri i giovani protagonisti messicani di Te prometo anarquia che ti sorridono e ti danno la buona notte, mentre una ragazza ti chiede dove trovare  le scarpe che indossi… forse perché sono gialle e si intonano al festival del film di Locarno!

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