Addio Umberto Lenzi, maestro di poliziotteschi
Se n’è andato a 86 anni il regista Umberto Lenzi, protagonista della stagione dei cosiddetti poliziotteschi italiani. Idolo di Tarantino il regista toscano ha firmato culti del genere come “Milano odia: la polizia non può sparare” o “Spasmo”, riproposto lo scorso maggio dall’Anac nei suoi “Percorsi di cinema”…
È morto il 19 ottobre all’ospedale Grassi di Ostia il regista Umberto Lenzi. Nato a Massa Marittima (Grosseto) il 6 agosto 1931 Lenzi è stato uno dei principali esponenti dell’epoca d’oro della produzione popolare italiana, idolatrato da Quentin Tarantino.
Dopo aver esordito con un cortometraggio dagli echi pasoliniani (I ragazzi di Trastevere, 1956) e quindi nel lungo con il film di cappa e spada Le avventure di Mary Read (1961), Umberto Lenzi ha legato il suo nome a due dei generi più rappresentativi del cinema italiano: il “giallo” e il poliziottesco.
Quest’ultimo lo vede dirigere titoli diventati dei culti assoluti come Milano odia: la polizia non può sparare (1974), Napoli violenta (1976) e Roma a mano armata (1976), che vede impegnati in un duetto alla polvere da sparo Tomas Milian e Maurizio Merli, ruolo che interpreteranno per Lenzi anche nel successivo Il cinico, l’infame, il violento (1977).
Lo scorso maggio, alla Casa del cinema di Roma, L’Anac – la storica associazione degli autori ha scelto di rendere omaggio al regista toscano e suo storico associato, con uno dei titoli più giustamente celebrati, in Italia e all’estero, Spasmo (1975, nelle foto).
Inserito all’interno del florido filone del giallo all’italiana, Spasmo è un film che si distacca dal modello originario alla Dario Argento per cercare vie alternative. Senza disconoscere alcuni punti fermi del genere, a partire ovviamente da delitti ai quali va trovata una risoluzione, Lenzi penetra in profondità, trasformando la storia morbosa che vede per protagonista Christian e suo fratello Fritz in una discesa senza freni nella paranoia, nell’ossessione omicida ed erotica. La scelta di utilizzare come escamotage scenico dei manichini seviziati fece scalpore, ed è stata ripresa da moltissimi thriller a seguire. Ultimo parto della trilogia spuria di cui fanno parte anche Orgasmo (1969) e Paranoia (1970), Spasmo è un’opera potente e in grado di mescolare il razionale all’onirico, la paranoia alla suspense.
Tra le ultime pubblicazioni dedicate al suo lavoro, Una vita per il cinema. L’avventurosa storia di Umberto Lenzi regista, biografia curata da Tiziano Arrigoni e Silvia Trovato (edizioni La Bancarella, Piombino, 2016).
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