Il nuovo Özpetek in “pillole” a Roma
Qualche “assaggio” di “Rosso Istanbul”, il nuovo film del regista italo-turco che ha tratto dal suo omonimo romanzo. L’incontro nell’ambito del mercato dell’audiovisivo (il Mia) dove Ferzan Özpetek dice: “Non abbiamo rappresentato direttamente situazioni politiche, ma la situazione storica inevitabilmente fa da sfondo alle vicende”…
Un ritorno al passato, uno sguardo rivolto alle proprie origini. Ferzan Özpetek torna a girare nella sua Istanbul, lo fa trasponendo in pellicola le vicende e le emozioni già raccontate nel suo primo romanzo Rosso Istanbul, scritto nel 2013 e pubblicato in Italia da Mondadori.
Un libro prevalentemente autobiografico, il cui protagonista è un regista turco che vive a Roma e decide improvvisamente di tornare a Istanbul, in Turchia, dove è nato e cresciuto. Nel sovrapporsi del passato sul presente, tra caffè e hammam, nasce un amore inaspettato con una donna italiana, in viaggio anche lei verso la capitale turca.
Ma il film, che dovrebbe essere ultimato a breve, sarà ben diverso dal libro. È Özpetek stesso ad annunciarlo nell’incontro con la stampa nell’ambito del Mia – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo – : “Nel film ho sentito la necessità di non ripetermi, non sono rimasto fedelissimo al libro. Alcuni personaggi sono cambiati, non ci sono italiani ma solo attori turchi, anche il regista, protagonista del romanzo, ha un carattere diverso che mi permette uno sguardo esterno sulla città”.
Una città che sta vivendo anni e situazioni difficili, ultime le terribili violenze compiute da Erdoğan, in risposta al tentato golpe del 15 luglio. E l’atmosfera cupa che aleggia sul Bosforo si percepisce anche nel film: “Non abbiamo rappresentato direttamente situazioni politiche, ma la situazione storica inevitabilmente fa da sfondo alle vicende. All’inizio del film abbiamo posto una data, quella dell’inizio delle riprese (il 13 maggio 2016) come a dire che Istanbul era così in quel momento, ora e nel futuro prossimo non è detto che sia ancora la stessa. Rosso Istanbul diventa così anche un film storico”. E il clima grave ha avuto ripercussioni anche durante le riprese – in tutto 7 settimane – , interrotte a tratti per drammatici eventi, come un kamikaze che si è fatto saltare in aria.
Nel cast ci sono solo attori turchi, mentre montatori, direttore della fotografia e tutta la troupe è italiana: “Gli attori che hanno recitato nel film sono delle vere star in Turchia e all’estero, sono talmente famosi da non poter andare in giro per la città con loro senza provocare entusiasmo nella gente. Io però non avevo la minima idea di chi fossero, per questo li ho scelti solo in base alla loro bravura”, commenta il regista.
E se lo sguardo filmico di Özpetek si rivolge al passato, all’infanzia trascorsa ad Istanbul dove la vecchia casa di famiglia “è stata ora sostituita da enormi grattacieli”, ai ricordi di vecchi amici e parenti, anche il modo di girare del regista sembra più vicino a quello dei primi tempi, quelli de Il bagno turco e Harem Suare. Il suggerimento viene direttamente dal montatore del film: “In sala di montaggio – racconta Özpetek – mi ha detto che stavo usando la macchina da presa in un modo diverso, che gli ricordava Il bagno turco. Io in realtà nemmeno me ne ero accorto, l’unica cosa che è cambiata notevolmente rispetto agli altri film è la colonna sonora, c’è molta meno musica per lasciare spazio ai rumori della città”. La città in cui cortocircuitano i ritorni: quello del regista e scrittore Özpetek e quello dei suoi personaggi cartacei e cinematografici.
Rosso Istanbul, co-produzione tra Italia (la R&C di Tilde Corsi) e Turchia, dovrebbe uscire nelle sale tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo del prossimo anno, con la speranza dei suoi protagonisti di passare per Berlino.
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