I pesi e le misure dell’esistenza

In sala dall’11 agosto per Movies Inspired, “1001 grammi” del norvegese Bent Hamer. Un piccolo conte philosophique, carico di eleganza formale e poetico umorismo, sulla storia di una scienziata addetta ai prototipi delle unità di misura. Da vedere…

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Il quotidiano di Marie, scienziata norvegese dell’Istituto di Metrologia, è fatto di numeri, pesi e misure e qualche sigaretta fumata “di nascosto” col vecchio padre, anche lui scienziato e responsabile del centro che presiede alle norme nazionali in materia di misurazioni.

Mentre l’ex marito le svuota l’appartamento, fino all’ultimo mobile, la vediamo andare e tornare da casa al lavoro a bordo della sua piccola auto elettrica, piegata da una routine metodica ed asettica, come asettico è l’istituto di metrologia, custode assoluto dei prototipi norvegesi delle unità di misura.

Se la sua vita sentimentale, andata a rotoli, non riserva certezze, la scienza almeno sembrerebbe un buon rifugio. Cosa c’è di più certo di un chilo?

Ma ecco che il destino è in agguato. A Parigi dove è depositato il prototipo internazionale del chilogrammo, risalente al 1889, gli scienziati sollevano il dubbio sull’esattezza del peso, alla luce dei nuovi calcoli di misurazione della massa. Marie che è lì in missione per conto del suo governo, col suo prezioso prototipo di chilo norvegese, si troverà a fare i conti con le variabili della vita, tra cui l’amore di tutte è la più imprevedibile e incalcolabile.

Bent Hamer, regista norvegese dallo sguardo personalissimo e noto al pubblico per il sorprendente Kitchen Stories (2003) torna a stupire con 1001 grammi, nuovo tassello della sua indagine poetica attraverso quello spazio che, come dice lui stesso, “divide l’interpretazione scientifica dall’azione umana”.

Con l’intesa Ane Dahl Torp nei panni della protagonista, il film ha “il peso e la misura” di un piccolo conte philosophique, carico di eleganza formale e poetico umorismo. Valga per tutte la scena finale in cui Marie e il suo innamorato francese, “misurano” tutte le parti dei loro corpi mentre fanno l’amore. A ricordarci, insomma, come diceva Albert Einstein, “ciò che conta non può sempre essere contato e ciò che può essere contato non
necessariamente conta”. Da vedere.