Pietro Bartolo coi panni di Sergio Castellitto diventa eroe per fiction. Ma va al cinema
In sala il 10, 11 e 12 agosto (per Vision Distribution) e dal 20 agosto su Sky, “Nour” il film di Maurizio Zaccaro liberamente ispirato a “Lacrime di sale”, il romanzo di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa oggi parlamentare europeo. L’incontro tra il protagonista e una ragazzina siriana a cui sono stati portati via i genitori. La determinazione e l’umanità di Bartolo nell’accompagnare Nour verso un futuro possibile. Un film dall’impianto decisamente televisivo, difficile da immaginare al cinema. Nonostante le buone intenzioni e l’importanza del tema. Presentato al Torino filmfest 37 …
È una storia importante quella che c’è dietro a Nour, il film di Maurizio Zaccaro presentato al Torino filmfest e poi nelle sale il 10, 11 e 12 agosto sotto le insegne di Vsion Distribution.
Una storia, come spesso accade per le migliori, tratta dalla cronaca. Che racconta di vite salvate in mare e tante, troppe altre, andate via nell’indifferenza dell’Occidente, se non addirittura con la complicità di uno Stato – quello dell’era Salvini, soprattutto – che intorno alla tragedia dei migranti ha costruito i suoi muscoli da mostrare ai seminatori di odio del nostro contemporaneo senza più bussole.
È una storia, insomma, che dal lato positivo della medaglia ha soprattutto un nome: Pietro Bartolo, per tutti il medico di Lampedusa, il soccorritore dei naufraghi, oggi parlamentare europeo Pd impegnato a portare il suo contributo di umanità in politica, dove da tempo è stata smarrita dai più.
A raccontare il suo lavoro di medico in quell’ultimo lembo di terra italiana in mezzo al Mediterraneo era già stato Gianfranco Rosi con Fuocoammare, cinema del reale da Orso d’oro e omaggio stesso a quell’isola di salvataggi e solidarietà che è Lampedusa.
Maurizio Zaccaro, regista di cinema dal personalissimo sguardo sul sociale (L’Articolo 2, Il carniere, Un uomo perbene) e negli ultimi tempi soprattutto di televisione (Cuore, I ragazzi della via Pal, Mafalda di Savoia), con Nour scegli invece la strada a lui più congeniale, la fiction.
Fiction senza retorica, frontale, di testimonianza in cui trasporre con grande libertà le storie raccontate dallo stesso Bartolo nel suo libro più noto, Lacrime di sale, scritto a quattro mani con la giornalista Lidia Tilotta per Mondadori.
Un libro pieno di storie dalla profonda umanità, ma anche durissimo nel racconto senza veli dei tanti traffici celati dietro alla tragedia dei migranti (l’agghiacciante commercio clandestino d’organi, per esempio) che nel film, però, cedono il passo a una visione più edificante e solidale di questo mondo, nonostante si mostrino corpi di bimbi morti in mare e scafisti senza scrupoli.
È Sergio Castellitto nei panni, appena appoggiati, del medico di Lampedusa, già complice di Zaccaro nel televisivo, Il sindaco pescatore. E a lui spetta tenere in piedi l’esile storia (scritta da Monica Zapelli, Maurizio Zaccaro, Imma Vitelli dal soggetto dello stesso Pietro Bartolo col regista, Diego De Silva e sempre Monica Zapelli) basata sull’incontro di Bartolo con Nour (Linda Mresy), profuga siriana di dieci anni, arrivata per mare a Lampedusa dopo aver visto uccidere suo padre e strapparle via sua madre dallo spietato scafista.
Saranno la tenacia e l’umanità del dottore a portare il racconto – monocorde come lo stesso Castellitto – verso il lieto fine, nonostante tutto. Ottimo prodotto per una prima serata su Raiuno. Difficile, invece, da immaginare al cinema. Nonostante l’importanza del tema.
Gabriella Gallozzi
Giornalista e critica cinematografica. Fondatrice e direttrice di Bookciak Magazine e del premio Bookciak, Azione!. E prima, per 26 anni, a l'Unità.
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