Più arte… meno cacao. Easypop in mostra a Roma

Vernissage il 18 maggio (ore 19) al Red Factory di Roma del Progetto Easypop. Dopo una serie di collettive ecco in mostra una personale dell’artista che ha saputo coniugare pop art, dada e concettuale, politica e sociologia. Insomma Jeeg Robot e Angela Merkel…

È un visionario? È un burlone? È un intellettuale prestato al visuale? No, è Easypop, finalmente ammirabile in solitaria, dopo una serie di partecipazioni collettive, dal 18 maggio al 4 giugno, presso il Red Factory di Roma (via Francesco Orazio Pennabilli 5), nella ricca sintesi curata da Pier Luigi Manieri e Valeria Arnaldi.

Il progetto Easypop combina studi accademici e talento naturale autodidatta, cogliendo il meglio di più percorsi distinti, da far confluire in una personalissima visione-sintesi che contamina il mecha nipponico con l’arte classica, la greco romana col Barocco, la politica con la sociologia, la pop art col concettuale. Insomma da Jeeg Robot ad Angela Merkel.

Un percorso tematico che parte dalla serie Heroes, che include il ritratto del pistolero-bandito Jigen emblematico del pensiero Easypop. L’icona è “graffiata” come è proprio del linguaggio “street”, così come la stessa compresenza di immagine e lettere suggeriscono la Pop art degli anni 60/70 – si pensi a Schifano e Lichtenstein -.

In termini generazionali il riferimento non può che essere di derivazione nipponica, scuola che ha condizionato l’immaginario giovanile degli ultimi 40 anni. Ecco, allora, che il tratto è frammentato, come lo è la memoria. La scritta Heroes è parzialmente cancellata. L’età adulta non crede più negli eroi? O nell’immaginazione?

La selezione di opere prosegue nell’ iconoclastico “Più arte meno… cacao…”.  Da un lato il rigore stilistico che molto si avvicina all’iperealismo, dall’altra, giocando sulle assonanze, è un invito discreto ma non troppo a tornare a concepire l’arte sul piano del gesto. Perché se è vero che come diceva Manzoni, quella contemporanea è tutta…”m”… non per questo la“m” diventa arte.

Proseguendo, la mostra  si delinea nella voluminosa estetica della contaminazione, e qui si coglie quanto il progetto Easypop abbia fatto sue le istanze “meticce” del suo tempo. Opere che rubano l’occhio: Amore e Psiche, Venus, Il ratto delle Sabine ci restituiscono Jeeg, Mazinga, Goldrake, Venus ma pure il Barocco e ancora più indietro, fino al Partenone.

Easypop, insomma, crea un filo rosso tra classico e sottocultura. In una relazione d’interscambio, l’una alimenta l’altra e il classico diventa attuale e viceversa. Ecco i suoi robot, concepiti come guerrieri in armatura, e donne, che seppure in vesti metalliche conservano tutta la carnale femminilità, coniugando il plasticismo con l’action.

Go Nagai, che per la sua poetica attinse come una fonte inesauribile alle suggestioni mitiche greco-romane (il minotauro, Venus, Afrodite, General Juli Caesar, Micene) incontra Canova e abbiamo Easypop. Appuntamento il 18 maggio (ore 19) per il vernissage, in cui si alzerà il sipario sul “Progetto Easypop: dalla garbatella col colore”.