Pupi Avati all’inferno (produttivo). Ancora difficoltà per il suo Dante (nonostante l’anniversario)
Mentre su Sky è atteso “Lei mi parla ancora”, adattamento dell’omonimo romanzo di Giuseppe Sgarbi, Pupi Avati torna a raccontare del suo film su Dante, i cui ritardi si susseguono nonostante il settecentesimo anniversario dalla morte del Sommo poeta. Un’idea che il regista bolognese insegue dal 2001 …
Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate. Dante e Virgilio questa iscrizione sulla porta dell’Inferno l’hanno sfidata per iniziare il viaggio più straordinario della letteratura mondiale. A quanto pare, però, neanche Pupi Avati sembra essersi lasciato intimorire, visto che sono circa due anni che si batte per realizzare il suo biopic su Dante, di cui nel 2021 ricorre il settecentesimo anniversario dalla morte.
Il regista bolognese è appena smontato dal set di Lei mi parla ancora, adattamento dell’omonimo romanzo di Giuseppe Sgarbi: la storia di un amore profondo che lega i due protagonisti, interpretati da Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli, in onda su Sky Cinema e in streaming su Now Tv lunedì 8 febbraio.
Tuttavia, nonostante la sua ricca filmografia, Avati al film sul sommo poeta non vuole rinunciare. L’idea risale al 2001 e due anni dopo RaiCinema è entrata nella produzione. Ad oggi la sceneggiatura è conclusa ed ha anche una versione in inglese. Come ha dichiarato il regista alla venticinquesima edizione di “Capri, Hollywood- The International Film Festival”, realizzare il film è diventata una questione fondamentale, “una battaglia a nome di tutti”.
Dichiarazioni battagliere a parte, cospicua è la filmografia che si è ispirata al ghibellin fuggiasco e alla sua opera. Dalla spettacolare rappresentazione dei gironi infernali (L’Inferno, il primissimo film “dantesco” di Giuseppe De Liguoro, Francesco Bertolini e Adolfo Padovan, 1911), alle terribili punizioni che si accaniscono su un uomo (Dante’s Inferno, diretto da Henry Otto nel 1924), fino ad arrivare allo stravolgimento delle terzine dantesche (Samuel Beckett di Rosa von Praunheim del 1969, Rosso dei Kaurismäki Brothers, 1985 e la miniserie inglese, A TV Dante di Tom Phillips, Raoul Ruiz, Peter Greenaway, 1989). La Commedia inoltre ha conquistato il pubblico del piccolo schermo grazie allo spettacolo Tutto Dante (2007), in cui i versi sono stati recitati da un magistrale Roberto Benigni.
Recentemente i luoghi di Dante sono stati ripercorsi da Francesca Barra e Claudio Santamaria in La Verona di Dante, mediometraggio diretto da Fabrizio Arcuri. La voce di Francesca Barra ci guida tra i luoghi memorabili della città mentre Claudio Santamaria declama i versi del poeta. Gli attori, coppia anche nella vita, vestono i panni di due innamorati che, rincorrendosi, ripercorrono l’itinerario dantesco.
Pupi Avati, che confessa di aver rivalutato Dante all’età di trent’anni leggendo la Vita Nova, usa Boccaccio (nel film avrà il volto di Sergio Castellitto) come “password” per accedere alla storia del poeta attraverso il Trattatello in laude di Dante. L’opera è un voyeuristico sguardo sulla vita dell’autore fiorentino, dai primi studi fino alla morte. Composto tra il 1351 e il 1365 è una miniera di aneddoti che sono stati necessari per la stesura della sceneggiatura.
Nel 2020 Rai Cinema ha firmato il contratto per la realizzazione del progetto ma ad oggi ancora non è stato dato il via libera per l’inizio delle riprese. Si tratta infatti di un film in costume, con il coinvolgimento di un comitato di dantisti e una macchina produttiva costosa per cui mancano i relativi finanziamenti. Avati inoltre, tira in ballo anche il ministro Franceschini, che secondo lui dovrebbe avere a cuore il Sommo Poeta avendo istituito il Dantedì il 25 marzo, giorno d’inizio del letterario viaggio ultraterreno.
Intanto si susseguono innumerevoli le celebrazioni in tutta Italia, tra cui due giornate speciali. Il già ricordato 25 marzo e il 14 maggio. Sarà inoltre visibile online, sul sito degli Uffizi A riveder le stelle: la mostra con i disegni del pittore cinquecentesco Federico Zuccari, illustratore della Divina Commedia.
Avati punta ad uscire col suo film il 13 settembre 2021, giorno precedente alla scomparsa di Dante (14 settembre 1321). Riuscirà il regista a scappar fuori da questo personalissimo “inferno” produttivo per tornare a riveder le stelle? Staremo a vedere.
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