Quei soldatini di Mattotti fuggiti da “Romanza” e finiti tra gli orsi in Sicilia

Soldati e soldatini che fanno parte dell’iconografia classica. Renato Pallavicini ci racconta di quelli disegnati da Lorenzo Mattotti che sono “migrati” attraverso manifesti e fumetti per approdare ne La famosa invasione degli Orsi in Sicilia il suo primo film di animazione da Buzzati. Un’altra icona, insomma, tradotta in cinema da quel grande burattinaio della fantasia che è Mattotti…

 

I soldatini in fuga della «Famosa invasione degli Orsi in Sicilia»

La prima volta che incontrai Lorenzo Mattotti era il 10 maggio del 1995, a Roma, nel Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale. Il giorno dopo sarebbe stata aperta al pubblico la prima rassegna organica in Italia, dedicata all’artista, illustratore e fumettista, dal titolo Mattotti. Altre forme lo distraevano continuamente.

Chiacchierammo un po’, mentre le sue opere, in buona parte, stavano ancora appoggiate al piede delle pareti, in quell’ordinata confusione che precede l’allestimento definitivo. Un paio di tavole, però, facevano già bella mostra di sé sul muro appena imbiancato: erano inedite e una di esse mostrava due soldatini in divise ottocentesche che spiccavano su un prato di verde smeraldo disciolto in bagliori di giallo.

Davanti a quella bella «figura» chiesi a Mattotti che cos’era. «È un lavoro che mi fa un po’ paura – mi rispose l’artista, nell’intervista pubblicata il giorno dopo su l’Unità – proprio per l’intensità delle tavole. Ci sto pensando da molto tempo e non sono così sicuro di portarlo a termine, anche se l’editore Casterman lo aspetta da due anni… Comunque la storia mi affascina: è una storia di fantasmi che si svolge in epoca risorgimentale e la prima idea mi è venuta guardando un quadro di Fattori».

La storia a fumetti – che avrebbe dovuto intitolarsi Romanza – non venne infatti mai compiuta né pubblicata. Ma quei dipinti spuntarono fuori in occasione dello spin-off primaverile del Festival di Locarno 2016, “L’immagine e la parola”. E il manifesto riprese proprio l’immagine dei due soldatini che corrono verso il limitare di un bosco, che si era vista al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Lorenzo Mattotti e il fumettista francese Blutch erano stati invitati per l’occasione a indicare, ciascuno, alcuni film che li avevano influenzati nella loro arte. Nel catalogo della manifestazione, riferendosi alle fonti che lo avevano ispirato e a uno dei film scelti, Lorenzo Mattotti commentava: «… dei soldati che si aggirano nella nebbia. Sono sporchi, attraversano un terreno fangoso, sui loro volti c’è la fatica della guerra. Ho visto La pattuglia sperduta in televisione ma è una visione che mi è rimasta impressa: trovavo il cinema di Rossellini troppo pittorico e pulito, questo invece era il vero neorealismo. Mi venne in mente di realizzare una graphic novel sul Risorgimento».

Il film in questione era La pattuglia sperduta (1954), diretto da Piero Nelli, una drammatica vicenda ambientata alla vigilia della disastrosa battaglia di Novara, nella Prima Guerra di Indipendenza. Il film (lo potete trovare su YouTube) fu il primo prodotto da Franco Cristaldi e nelle intenzioni del regista voleva aprire la strada a una narrazione non retorica dell’epopea risorgimentale.

Uscito in piena estate, con il titolo cambiato (in origine era Vecchio Regno) che rimandava a The Lost Patrol (1934) di John Ford, fu un flop dal punto di vista degli incassi; ma ricevette invece favorevoli critiche, a cominciare da quella di Guido Aristarco.

Un fotogramma da «La pattuglia sperduta» di Piero Nelli

Vi abbiamo raccontato questa storia perché nel lungometraggio animato, La famosa invasione degli Orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, tratto dal libro di Dino Buzzati, che arriva nelle sale in questi giorni, ci sono dei soldatini simili a quelli che comparivano nelle illustrazioni per Romanza.

Le divise e i colori sono un po’ cambiati e del resto le truppe degli Umani che combattono contro gli Orsi non sono arruolate nell’esercito piemontese dell’epoca ma in quello immaginario del Granduca della favola buzzatiana. Di questo travaso di fonti d’ispirazione ci ha dato conferma lo stesso Mattotti, quando l’abbiamo rivisto a Venezia, in occasione della consegna dei Premi Bookciak Azione! 2019, di cui era presidente di giuria.

Soldati e soldatini che fanno parte dell’iconografia classica: dai grandi dipinti risorgimentali al soldatino di stagno della fiaba di Andersen, a quelli snodati e di legno, parenti di Pinocchio. Un’altra icona tradotta in cinema da quel grande burattinaio della fantasia che è Lorenzo Mattotti.