“Quel genio di Bruno Ganz”. Nel ricordo di un altro genio: Thomas Bernhard

Il grande drammaturgo austriaco, Thomas Bernhard, racconta di quando la sua compagnia del Burgtheater, impedì a Bruno Ganz di recitare nel suo spettacolo, “Brigata dei cacciatori”, “per tremarella artistica ed invidia esistenziale”, arrivando persino a minacciare la direzione. Le parole di incondizionata ammirazione per l’attore svizzero appena scomparso sono nel suo libro, “Il nipote di Wittgenstein” (Adelphi) che Marina Pertile ci ha segnalato. E che ringraziamo. Di seguito l’intero estratto …

Thomas Bernhard

 

Bruno Ganz e Paula Wessely non hanno recitato nella mia Brigata dei cacciatori perché l’intera troupe del Burgtheater, chiamato anche Burg con perversa amabilità, è insorta più o meno compatta alla sola idea che Bruno Ganz calcasse la scena del Burgtheater, e non solo è insorta per paura, ma anche, immediatamente, per invidia esistenziale, perché Bruno Ganz, il più grande attore che la Svizzera abbia mai avuto, quel genio teatrale immenso di origine svizzera, nient’altro ha messo addosso a tutta la troupe del Burgtheater che una micidiale tremarella artistica, come io l’ho definita allora, e in effetti nella storia del teatro viennese c’è stato un episodio aberrante, triste e disgustoso al tempo stesso, iscritto ancora nella mia mente come vergogna irreparabile del teatro tedesco nel suo insieme, gli attori del Burgtheater, l’episodio è questo, hanno fatto di tutto, non esclusa una petizione scritta e minacce alla direzione per impedire, son parole loro, in ogni circostanza e con ogni mezzo che Bruno Ganz recitasse nella mia pièce, e in effetti sono riusciti a impedirlo perché a Vienna, com’è noto, da quando esiste il teatro non è il direttore che decide ma piuttosto gli attori… i cosiddetti beniamini del pubblico… nel momento stesso in cui la scrittura di Bruno Ganz al Burgtheater era stata resa impossibile dalla infamia dei suoi colleghi viennesi, anche Paula Wessely, la mia prima e unica generalessa, si ritirò dal progetto…”.

 

Sono parole scritte da Thomas Bernhard ne Il nipote di Wittgenstein (Adelphi), con cui mi piace ricordare sia il grande Ganz che il grande Bernhard.

Nell’immagine di copertina l’attore appena scomparso nella pièce, L’ignorante e il folle di Bernhard per la regia di Claus Peymann.