Raffaello, viaggio in 3D nel mondo di un genio
In sala per soli tre giorni ( 3, 4 e 5 aprile per Nexo Digital) “Raffaello. Il Principe delle arti in 3D”, nuovo appuntamento con l’arte targato Sky. Una sontuosa produzione godibile da un ampio pubblico e storicamente ben documentata. Forse troppo presente la colonna sonora che tende ad un eccesso di sottolineatura emotiva: Raffaello emoziona anche in silenzio …
Una vertiginosa prospettiva dall’alto di una lunghissima scala a chiocciola che sembra trascinarci in un viaggio nel tempo. È così che si apre Raffaello. Il Principe delle arti in 3D (prodotto da Sky Arte in collaborazione con i Musei Vaticani e distribuito da Nexo Digital, nei cinema solo il 3, 4 e 5 aprile).
Il salto temporale è di oltre cinquecento anni; si parte proprio dal 1483, anno di nascita di Raffaello, figlio di Giovanni Santi, pittore e intellettuale alla corte di Federico da Montefeltro. La scala è quella di una delle due torri del Palazzo Ducale di Urbino, città natale di Raffaello dove il giovane Sanzio si nutre degli insegnamenti paterni (purtroppo resterà orfano della madre a undici anni) e respira un’atmosfera intrisa di bellezza e raffinatezza.
Dalla natia Urbino si dipana il racconto del film che alterna ricostruzioni con attori (Flavio Parenti è un efficace Raffaello, Enrico Lo Verso un austero ma amorevole Giovanni Santi) a interviste, riprese delle opere in 3D e 4K che comprendono alcune vere chicche quali la visita all’appartamento del Cardinal Bibbiena e la ricostruzione in realtà virtuale della Cappella Sistina come apparve la notte del 26 dicembre 1519, quando sotto la volta affrescata da Michelangelo furono esposti i primi sette arazzi disegnati da Raffaello. Tutto questo rende Raffaello. Il principe delle arti 3D una sontuosa produzione godibile da un ampio pubblico e storicamente ben documentata.
A fare da guida lungo il percorso esistenziale di quest’artista certamente “caro agli dei” (bello e talentuoso, Raffaello godette durante la sua vita di successi, ricchezze, amori e gioie carnali ma si spense a soli 37 anni per “febbri malariche”) sono tre storici dell’arte di gran calibro.
Vincenzo Farinella (professore associato di Storia dell’Arte Moderna alla Scuola Normale di Pisa, anche consulente scientifico del film) ricostruisce gli anni di Urbino, a partire dalla prima Madonna di Casa Santi (la cui attribuzione al padre o al figlio è ancora incerta). A Firenze il testimone passa ad Antonio Natali (fino al 2016 Direttore della Galleria degli Uffizi) che evidenzia i debiti verso Masaccio, Masolino, Michelangelo e Leonardo. Infine Antonio Paolucci, già Direttore dei Musei Vaticani, dispiega il racconto dei grandi cantieri vaticani (le Stanze, la Loggia del Palazzo Apostolico, la Loggetta dell’Appartamento del Cardinal Bibbiena, le tele dei Musei) e ci introduce al restauro ancora in corso della sala di Costantino e alla nuova attribuzione della Mansuetudine alla mano di Raffaello.
La tecnica 3D applicata alla pittura produce di primo acchito un effetto straniante, ma lo scandaglio nei dettagli rivela profondità inaspettate e trasparenze inedite. Il film, che è stato riconosciuto d’interesse culturale dalla Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, è il quarto film d’arte prodotto da Sky dopo Musei Vaticani 3D, Firenze e gli Uffizi 3D e San Pietro e le Basiliche Papali di Roma 3D.
Il progetto e la direzione artistica sono di Cosetta Lagani, la sceneggiatura di Laura Allievi, regia di Luca Viotto. Molto curata la scenografia di Francesco Frigeri, strepitosi i costumi di Maurizio Millenotti (molti dei quali ricostruiti con dovizia di dettagli). Una colonna sonora forse troppo presente con musiche di Matteo Curallo che tendono ad un eccesso di sottolineatura emotiva: Raffaello emoziona anche in silenzio.
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